ANNO 14 n° 118
I mancati revisori verso il ricorso
Almeno uno dei tre non nominati dal consiglio prepara l'appello al Tar
Danni economici e d'immagine per il voto contrario ad una pratica in regola
19/12/2015 - 08:12

VITERBO – Resa dei conti sui revisori dei conti? Il gioco – o giogo – di parole sarebbe facilissimo, eppure bisogna fare qualche precisazione. Perché alla fine le rese dei conti potrebbero essere due: una politica, e l’altra legal-amministrativa. Una cosa è certa: la mancata elezione di Lorenzo Ciorba (presidente) e Claudio Pinto e Ugo Tanzi, bocciata giovedì dal consiglio comunale, lascia parecchie pendenze.

Intanto c’è l’aspetto politico, tutto interno alla maggioranza. Che già ieri, a botta calda, ha visto i primi incontri – specie nella componente civica – e che proseguirà oggi con un vertice allargato. Il discorso qui è semplice: la parte mancina del Pd (per capirci: i componenti che fanno riferimento ad Enrico Panunzi e che giovedì non hanno votato la nomina avvalendosi dell’articolo 47 comma 4) e quella popolare dello stesso partito (i fioroniani) dovranno trovare un accordo. Una convivenza che ora sembra fortemente in pericolo dopo la nascita del movimento (fioroniano pure questo) dei Moderati e riformisti. Il sindaco si è detto fiducioso, ottimista, ma di certo sa che sul piatto della trattativa ci sarà anche l’assessore da nominare al posto del defenestrato Vannini.

Ma la vera notizia potrebbe arrivare da fuori della politica. In particolare, dai tre (Ciorba, Pinto e Tanzi) che non sono stati nominati componenti del collegio benché ne avessero tutti i diritti, essendo stati sorteggiati – in modo regolare, anzi specchiato, e seguendo tutte le procedure di legge – dalla prefettura. Il voto del consiglio comunale ha bloccato tutto, col risultato che questi professionisti hanno ricevuto un danno. Sicuramente economico, perché non potranno ricevere il compenso previsto. Ma forse anche d’immagine, visto che il nulla osta alla loro nomina era già stato dato dal massimo rappresentante del Governo sul territorio.

Almeno uno dei tre, allora, sarebbe già pronto a rivolgersi sia al Tar, il tribunale amministrativo regionale, e forse anche alla Procura della Repubblica. Questo già da lunedì. Con ripercussioni potenzialmente pesanti per coloro che – senza una ragione apparante e trincerandosi dietro un conflitto d’interesse presunto – hanno votato contro. Quindi almeno per i consiglieri di minoranza, non per coloro i quali, nella maggioranza, si sono appellati all’articolo 47 comma 4. Insomma, una bega che potrebbe deflagrare, seppure coi tempi comodi della giustizia italiana, e che un domani potrebbe creare qualche problema a chi ha votato contro una nomina che sembrava logica e naturale. Non per la politica, ovviamente.





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