ANNO 14 n° 118
Tre nuovi consigli, crisi permettendo
Le sedute sono state convocate per il 26 febbraio, 3 e 10 marzo prossimi
15/02/2016 - 14:52

VITERBO - Tre consigli comunali convocati oggi dalla riunione dei capigruppo. Il primo il 26 febbraio, il secondo il 3 marzo e il terzo il 10. Ci sono allora almeno dieci giorni di tempo per la maggioranza per arrivare ad una soluzione della crisi e proseguire l'attività di governo a Palazzo dei priori. Anche perché i consigli sono stati convocati in prima convocazione, quindi è necessaria la presenza della maggioranza dei consiglieri (17 più il sindaco al primo appello) per dare il via alla seduta, altrimenti il consiglio salta. E se non verranno recuperati i sette dissidenti del Pd ecco che la stessa maggioranza potrebbe non avere i numeri per votare i punti e andrebbe in pareggio (13-13) con l'opposizione. O magari, onde evitare figuracce, non presentarsi proprio in aula per non far tenere il consiglio. Ma da qui al 26 tutto può accadere, già nel corso di questa settimana, quando sono in programma incontri e vertici sia tra i civici sia nello stesso Pd.

In mattinata era già saltata la prima commissione, convocata in sala d'Ercole con l'ordine del giorno che prevedeva l'elezione di presidente e vicepresidente.

Per la maggioranza erano presenti soltanto i consiglieri Maria Rita De Alexandris (Viva Viterbo), Paolo Simoni (Oltre le mura) e Livio Treta (Lista civica dei diritti): praticamente tutti civici e nessun rappresentante del Partito democratico, che poi è il gruppo attualmente dilaniato dalla crisi che blocca tutto. Né Treta né De Alexandris, poi, hanno facoltà di votare, in quanto presenti come capigruppo. L'assenza di tutti i componenti del Pd va interpretata non si sono presentati perché in attesa di una soluzione della stessa crisi, in settimana? Staremo a vedere.

Presenti invece tutti i consiglieri di minoranza. Ma la commissione è saltata per mancanza del numero legale.

Domani invece toccherà alla seconda commissione, con il mattatoio all'ordine del giorno. Caso spinoso dopo la lettera dell'Autorità nazionale anticorruzione ricevuta dal Comune.





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