ANNO 14 n° 118
''Non si è dimesso lui, mi dimetto io''
Il discorso in aula di Francesco Serra, che lascia la carica di capogruppo del Pd
26/02/2016 - 19:42

VITERBO - (An. Ar.) Eccolo, Francesco Serra: prende la parola in consiglio comunale alle 19.27, a 71 giorni dall'assenza sua e di altri sei consiglieri del Pd. Legge, non sembra emozionato, parla di filato oltre i cinque minuti.

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''Ho chiesto la parola perché credo che sia opportuno per spiegare alla città, al consiglio comunale, alla stessa maggioranza, il rientro di noi sette consiglieri del Pd in aula dopo un'assenza che durava da dicembre. In questi due mesi di crisi ho ricevuto un'infinità di appelli, testimonianze, lettere anche da figure di primissimo piano del partito a livello nazionale. Oltre a noi sette, prima di noi altri tre consiglieri avevano lasciato la maggioranza. Ho letto tutte le definizioni: nanetti rossi, killer, dissidenti, ma mai ho sentito la definizione giusta, Gruppo del Pd. Perché siamo la maggioranza del gruppo. Noi chiedevano semplicemente l'applicazione del programma, quel programma che ci ha portato a vincere le elezioni. Solo questo, un programma che il sindaco che conosce bene.

Chiedevamo anche un cambiamenti di stile, rispetto al passato. Dovevamo farlo, e dobbiamo farlo ancora. Abbiamo posto il problema in termini ultimativi, che in politica significa dimissioni del sindaco e poi parliamo. Michelini invece ha oscillato tra indifferenza e inviti ad andare dal notaio, noi non ci siamo andati, perché ci sarebbero state strumentalizzazioni e conseguenze, tra cui espulsioni dal partito. Molti di noi se ne sarebbero fatti una ragione, ma qui c'è gente che al partito ha dato tanto.

La tattica del sindaco alla lunga è stata vincente, ma non convincente. La crisi non era solo nel Pd, come hanno provato a sostenere. Non è vero: le mosse politiche dello stesso Michelini, con Moderati e riformisti, gli hanno fatto perdere anche quel minimo di indipendenza e terzietà che molti in città gli riconoscevano. Viterbo non è moderata e riformista, Viterbo come tante altre città in Italia ha bisogno di sterzare, di cambiare verso, per accorciare la distanza siderale che c'è tra questa città e questa amministrazione.

Noi siamo qui, forse vinti ma non convinti. Siamo qui, come ci è stato richiesto, ad ascoltare e valutare le proposte.

Modificare la giunta? Faccia il sindaco, come ha sempre fatto. Posso suggerire di snellire la giunta e renderla più efficiente in modo da non metterci più mano''.

Nel finale, il colpo di scena: ''Ho perseguito per mesi le dimissioni del sindaco, adesso mi dimetto io. Chi mi sostituirà potrà riprendere il dialogo più facilmente. E' una questione di coerenza. Ringrazio tutti, Mario, Marco, Melissa, Arduino, Patrizia, Massimo, Alessandra e Sonia (consiglieri e assessori, ndr) per aver condiviso la linea fino il fondo''.

Ma il presidente Ciorba ricorda che per regolamento finché non ci sarà un sostituto Serra resterà capogruppo perché è il consigliere anziano del Pd.

Dopo Serra, tocca a Mongiardo annunciare non le dimissioni, ma ''di essere libera dal mandato''. Drammi e travagli nell'ultimo scorcio della crisi.





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