ANNO 14 n° 118
Maggioranza in cerca di equilibrio
Le aperture di Serra, la questione numeri, gli scenari: ecco cosa cambia a Palazzo
27/02/2016 - 02:00

di Andrea Arena

VITERBO – Che la crisi dovesse finire così, tra una dichiarazione (un testamento?) letta e telegrafata del dottor Serra e un pianterello della consigliera Mongiardo, be', non l'avrebbe immaginato neanche Edmondo De Amicis per la sua versione 2.0 de Il Libro Cuore. Roba non buona neanche per una puntatina moscia di Barbara D'Urso. Era lecito aspettarsi qualcosa di più saporito nel giorno del Gran Rientro dei sette ribelli (sei, nella circostanza, visto che Arduino Troili, quello della sedia bruciata, non c'era) del Pd in consiglio comunale. Invece no. Tutto si è risolto nelle parole di Serra e nell'intervento melenso della Melissa, oltre a qualche voto ''articolo 47 comma 4'' degli stessi dissidenti, che tradotto dal politichese vuol dire ''un po' di scena la dovevamo pur fare''.

Piuttosto, quello che interessa qui è ciò che succederà dopo. Da oggi all'eternità, perché come ha superbamente riassunto Gianmaria Santucci, ''oggi voi sette avete certificato che l'amministrazione Michelini non cadrà, e che siamo nella terra di mezzo''. Ora, un democristiano che cita Tolkien fa già venire l'orticaria (dove andremo a finire di questo passo, signora mia? Un fascista che cita Fabio Fazio? Un comunista che cita Topolino?), ma l'ex golden boy ha centrato il problema. Con 13 voti certi in maggioranza (Pd fioroniano e civici) e 13 certi in minoranza, ecco che i sette saranno l'ago della bilancia. Sia quando e se si asterrranno, come ieri, sia quando decideranno di votare a favore di questo o quel provvedimento della maggioranza. Serra lo ha detto chiaro e tondo: ''Questa amministrazione sta tradendo il mandato, il programma. Bisogna cambiare verso, accorciare la distanza sempre più larga, tra città e amministrazione''. Come dire – al netto delle citazioni renziane – se si fa qualcosa di davvero nuovo, operativo, sensato, noi potremmo anche votarla.

Pure perché, nonostante abbia presentato le dimissioni da capogruppo (ma resterà in carica finché non verrà eletto il successore, con Quintarelli favorito su Volpi) il cardiologo di San Martino sarà sempre il capo carismatico della pattuglia.

E allora? Allora, nonostante l'impasse paventata da Santucci, il solito gioco sulle presenze e sulle assenze, l'amministrazione Michelini, pur uscendo vincitrice da questa crisi dei 71 giorni, ha già uno stimolo significativo: accelerare l'azione di governo. Con o senza quel rimpasto di giunta chiesto sommessamente dal Serra sconfitto (''Giunta più ristretta ma più efficiente, tanto da non metterci più mano fino al termine del mandato) nel consiglio della resa. Con una certezza: ogni posizione, anche la più oltranzista, si ammorbidirà nelle prossime settimane: col tempo e co' la paja...





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