ANNO 14 n° 118
''Stiamo solo con i Moderati e Riformisti''
La prima assemblea provinciale del movimento civico verso le elezioni
''Né col Pd né con il centrodestra: decideremo le alleanze caso per caso''
25/01/2016 - 19:05

di Andrea Arena

VITERBO – ''Chi siamo oggi? Siamo Moderati e riformisti, e basta. Non siamo né destra né sinistra, né personaggi cerca d'autore''. I Mo.Ri. già fiutano l'odore delle urne di primavera, un odore non sarà inebriante come le zaffate di napalm alla mattina ma che, in una fase politica come questa, col Comune di Viterbo che pende pende e che forse viene giù, è una miscela da provare. E così, all'hotel Salus Terme, ecco la riunione dell'assemblea provinciale del neonato movimento civico centrista, ideato inizialmente dall'ex ministro Fioroni come stampella per il Partito democratico e ora, dopo le ultime beghe di un Palazzo dei priori, pronto a fare una bella cura dimagrante per diventare ago della bilancia. Decisivo cioè alle prossime elezioni amministrative, con 21 Comuni al voto o addirittura 22, se il basculante governo Michelini dovesse essere cadere.

Già, la prima cosa che salta all'occhio è l'assenza in questa sala comunque affollata da amministratori e simpatizzanti di tutta la Tuscia, dei pesi massimi. Non c'è lo stesso presidente Michelini (''Impegni di lavoro'', lo giustifica Tofani, che fa gli onori di casa), non c'è Filippo Rossi (''Sta a Roma'', dice il suol avatar Barelli) e figuriamoci se si vede Fioroni. C'è però Marco Ciorba, i consiglieri provinciali di riferimento Treta e Voccia (oltre a Tofani, s'intende) e qualcun altro. Come il sindaco di Bassano in Teverina Alessandro Romoli, che dirige i lavori è che spiega insomma quale sia la posizione attuale del movimento: ''Non stiamo con nessuno, solo con noi stessi, con Moderati e Riformisti, con la nostra esperienza amministrativa maturata e in corso in tanti centri della zona, dalla Provincia ai Comuni all'Università agraria di Tarquinia, dove siamo stati decisivi per la vittoria – dice Romoli – Le alleanze? Si valutano caso per caso, secondo le esigenze del territorio e la validità dei programmi. Ci rendiamo conto che le elezioni si avvicinano, ma vi chiediamo di non fare fughe in avanti, di non stringere patti. Abbiamo già scritto al Pd, che non ci ha risposto. Dove il centrodestra ha un buon programma e ha lavorato bene, possiamo avvicinarci al centrodestra, dove il centrosinistra ha fatto bene ed è serio potremmo andare con il centrosinistra''. Brusio in sala, e non si capisce se è perché qualcuno si aspettava frasi di rottura (''Dopo Viterboooooo mai più col Pdddddddddd'') o chi invece vede i Mo.Ri. solo con l'ala mancina.

Comunque, in attesa di una strutturazione importante sul territorio e di capire le varie situazioni (nei paesi spesso non tutto è così chiaro, ci sono anche storie e attriti personali), i riferimenti al capoluogo e alla crisi non mancano. Barelli: ''Tutto è nato da Viterbo, un modello al quale anche il Governo si è poi ispirato, allargando sempre più la base anche verso il mondo dei moderati. E' la dimostrazione che non eravamo un cartello elettorale, ma siamo stati un'anticipazione, un'intuizione''. Non troppo felice, se tutto sta andando a carte quarantotto. ''Di certo – conclude Barelli – Pd ed ex Pdl da soli non sono autosufficienti, e non riescono governare''.

Un paio di passaggi pesanti arrivano in coda. Giancarlo Capitani, assessore a Tarquinia e dunque alleato col Pd di Mazzola: ''Parliamoci chiaro: il rapporto col Pd non sempre idilliaco. Perché? Perché noi sappiamo benissimo cosa siamo, mentre sono loro, gli alleati, ad avere problemi di identità. E sanno benissimo che senza i civici non sono autosufficienti''. Andrea Occhione, consigliere comunale di Acquapendente, capitale di quella Siberia rossa che è l'alta Tuscia, ha fretta: ''Dobbiamo battere un colpo, perché il tempo corre, e i partiti tradizionali già si stanno organizzando''.

Nel finale, la doppia T Treta e Tofani sfiora ancora i temi viterbesi: il primo, ricorda le battaglie politiche già abbozzate a Palazzo Gentili (dove gli effetti della crisi si avvertono per primi e dove potrebbe scatenarsi una rappresaglia dei fioroniani): ''Per i precari, non certo assunti da noi, per l'abolizione degli enti inutili come l'Interporto di Orte (Romoli, da presidente in carica, non fa un plissè, ndr). Non abbiate paura delle alleanze: c'è gente che per un 1 per cento di voti farebbe follie, noi rappresentiamo molto di più del 1 per cento dei voti''. E Tofani: ''Inutile parlare di alleanze, adesso. Alla base di ogni rapporto ci deve essere il rispetto reciproco, non l'autorefenzialità. Sennò si è visto come va a finire…'' A schifìo, va a finire.





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