ANNO 14 n° 118
Al vertice romano anche Guerini e Orfini
E' attesa per oggi la comunicazione della data, si vuole evitare il voto a maggio
28/12/2015 - 02:00

di Roberto Pomi

VITERBO – Un periodo di calma prima del riaccendersi della tempesta su Palazzo dei Priori e nel Partito Democratico. Così potremmo definire questi giorni intorno al Natale. Per oggi è attesa la comunicazione della data dell’annunciato incontro, da tenersi prima del 31 dicembre, a Roma.

(LEGGI LA SASSATA DI ARNALDO SASSI)

Al tavolo, questo è un elemento di novità rispetto al già detto, sarebbero pronti a sedersi anche il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini in persona e il ''giovane turco'' Mattero Orfini. Il resto del vertice vedrà protagonisti Riccardo Tramontana, incaricato dai vertici nazionali di rimettere insieme i pezzi del Pd viterbese, il segretario provinciale dem Andrea Egidi, il coordinatore dell’Unione comunale Stefano Calcagnini e il capogruppo in Comune, e punta dei cosiddetti dissidenti, Francesco Serra.

I bene informati scartano l’ipotesi di un ritorno sui propri passi dei sette consiglieri che sostanzialmente hanno palesato la propria sfiducia a Leonardo Michelini, comunicando al sindaco l’intenzione di finire qui l’esperienza dell’amministrazione. Una decisione che il gruppo sembra condividere senza tentennamenti e su cui poco, in realtà, sembra possa incidere la pressione romana.

Solo su una cosa si intravede apertura: il concordare i modi dell’uscita di scena dell’amministrazione Michelini. Tutti infatti sono preoccupati del dopo caduta. Particolari timori sono condivisi sullo scenario di un voto a maggio. Un tempo strettissimo che fa temere per una ''balcanizzazione'' della campagna elettorale, che non farebbe certo bene alle varie forze in campo e in primis alla città.

Un voto a stretto giro che può essere evitato, rimandando la partita all’autunno 2016 o al maggio 2017, soltanto portando avanti di qualche settimana l’attuale amministrazione. Scavallando il mese di gennaio infatti, per questioni di tecniche, si consegnerebbe la città alla gestione del commissario almeno fino all’autunno.

Un periodo di ''spurgo'', per permettere alle forze politiche di organizzarsi e disegnare prospettive di governo cittadino nuovo. E’ dato comunque per certo che i sette non torneranno più nella sala d’Ercole. Prossima tappa cruciale il vertice romano.





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