ANNO 14 n° 118
I tre capicorrente convocati dal Pd
Dopo aver ascoltato i dirigenti, tocca a Fioroni, Panunzi e Sposetti
Ma la parola d'ordine del partito nazionale è ''evitare un altro caso Marino''
28/01/2016 - 02:01

di Andrea Arena

VITERBO – ''Evitare un altro Marino. Evitare la patetica sceneggiata dei consiglieri del Pd che vanno dal notaio a firmare le dimissioni per far cadere un'amministrazione''. Questa è la linea, questo è il pensiero, che il Partito democratico nazionale intende applicare anche per il caso Viterbo. Perché va benissimo che stiamo parlando di una piccola, umile, cittadina di provincia, ma non è comunque il caso – per questioni di opportunità, visto che a giugno si va a votare per le elezioni amministrative in mezza Italia, ma anche per ragioni di immagini – fornire al Paese un triste spettacolo del genere.

Questo è emerso dall'incontro di ieri tra il vicepresidente nazionale del Pd, Lorenzo Guerini e dal segretario regionale Fabio Melilli, con i rappresentanti viterbesi del partito, alfieri delle due fazioni in acerrima lotta (Calcagnini e Ciambella per i fioroniani, Egidi e Serra per i panunziani). E in attesa che le due, o forse tre, parti si rivedano per chiudere la vicenda, questo è il messaggio. Comunque, nel frattempo, entro le ormai famose 48 ore di margine prima del prossimo incontro, i due big del partito hanno in programma un altro passaggio, se vogliamo ancora più cruciale.

Quello cioè di convocare, sempre al Nazareno, i tre capicorrente coinvolti loro malgrado (o forse con loro sommo piacere di esercizio di potere) nella torbida crisi. Vale a dire: Giuseppe Fioroni, Enrico Panunzi e Ugo Sposetti, ancora una volta citati in rigoroso ordire alfabetico. Insomma, Guerini e Melilli hanno deciso di puntare ai pesci grossi, a quelli che controllano, più o meno direttamente, tutti i 12 consiglieri comunali del Pd. Per parlare chiaro, per far scoprire loro le carte, per spingerli a prendere posizioni nette e definitive, più di quanto non abbiano fatto ieri i loro rispettivi peones di riferimento. Bella trovata, non c'è che dire. Resta da vedere se i tre accetteranno di presentarsi a rapporto: più probabile per quanto riguarda Panunzi (che in fondo è soltanto un consigliere regionale), più difficile se si pensa a Fioroni e Sposetti, parlamentari di lungo corso, ben piazzati nel quadro nazionale di partito, e niente affatto costretti a rispondere alla chiamata di Guerini e Melilli.

In ogni caso, il concetto è questo: meglio mettere d'accordo i cervelli a monte, che i pedoni a valle.





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