ANNO 14 n° 118
Crisi, una faccenda solo viterbese
Melilli sembra defilarsi, la soluzione dovrà maturare in maggioranza
Giovedì appuntamento delicato tra i capigruppo. Egidi ha pronto un documento per il Pd
19/01/2016 - 02:01

di Roberto Pomi

VITERBO – Crisi di Palazzo dei Priori, si aprono giorni decisivi. Le bocche restano cucite, anche perché c’è ormai poco da dire e si sente sempre più la necessità di dare una sferzata alla situazione. Fissata per giovedì la conferenza dei capigruppo, convocata dal presidente Marco Ciorba con l’intenzione di rimettere in moto la macchina del consiglio comunale, stabilendo un calendario di sedute.

Giovedì scorso era saltato il banco, per mancanza del numero legale. Unico fatto degno di nota la consegna da parte di Francesco Serra agli altri capigruppo di copia del documento con cui i sette dissidenti Pd hanno di fatto dichiarato finita, almeno per loro, l’esperienza amministrativa di Leonardo Michelini. Interessante vedere se sarà presente o meno il capogruppo Pd Serra, che ritiene di aver già detto tutto il necessario.

Non si è ancora tenuto l’annunciato incontro romano a tre tra il segretario regionale del Partito Democratico Fabio Melilli, il segretario provinciale del partito viterbese Andrea Egidi e dell’Unione comunale Pd Stefano Calcagnini. Anzi il vertice regionale, in un’intervista rilasciata a Il Messaggero, ha invitato chiaramente sindaco e ''dissidenti'' a parlarsi.

La sensazione è che il caso Viterbo sia sempre meno al centro dell’agenda di Melilli e che i problemi dovranno essere risolti là dove si sono creati, tra le stanze di Palazzo dei Priori. Tra primo cittadino e i sette al momento non si è registrato alcuno scambio, ognuno è rimasto fermo sulle proprie posizioni. Per lunedì 25 gennaio è in programma la direzione provinciale del Pd, dove sarà affrontata la questione delle imminenti amministrative nei 21 comuni della Tuscia che vanno al rinnovo. Scontato che si affronterà anche la situazione rovente del capoluogo e il nodo generale delle alleanze con la neonata formazione dei Moderati e Riformisti.

Il quadro intanto, in assenza di un faccia a faccia tra Michelini e i sette, si è ingarbugliato sempre più con le dimissioni dei presidenti Melissa Mongiardo e Arduino Troili rispettivamente dalla prima e quarta commissione. Saranno convocate quanto prima dai vice, esponenti delle minoranza, che andranno a porre l’ennesima questione spinosa: la nomina dei nuovi presidenti. Il quadro insomma è davvero esplosivo e ingarbugliato e appare sempre più chiara la necessità del confronto, nel tentativo estremo di ripezzare la situazione e verificare fino in fondo possibili strade capaci di evitare il commissariamento e il ritorno anticipato alle urne.





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