ANNO 14 n° 118
''Ridiamo un sindaco a questa città''
Le minoranze lanciano un appello ai sette: ''Staccate la spina, andiamo insieme dal notaio o in consiglio; siamo pronti a scrivere al presidente Mattarella''
26/01/2016 - 17:01

di Roberto Pomi

VITERBO – ''Ridiamo un sindaco a questa città'', il messaggio dei consiglieri d’opposizione. Questo pomeriggio al Caffè Letterario l’affondo delle minoranze, salvo il duo De Dominicis (Cinque Stelle) – Frontini (Viterbo2020). E nel mirino dei presenti finiscono anche questi ultimi, autori di una mozione di sfiducia a Michelini ''che non servirebbe ad altro che a prolungare l’agonia''. Poi il messaggio quasi accorato ai sette del Pd: ''Noi siamo pronti a staccare la spina, decidetevi. Vi aspettiamo in consiglio o dal notaio, basta che liberiamo la città da questa prigionia e rendiamo possibile l’elezione di un sindaco''.

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Il primo a entrare in scena è Claudio Ubertini, che inquadra la situazione e prepara il terreno per i vari affondi: ''Siamo stanchi di essere presi in giro da questi signori. Vadano a casa e diano spazio agli elettori. Non sono stati capaci di governare, anche se in questi ultimi mesi sembra di essere alla corte dei miracoli. Dai cassetti stanno spuntando fuori project financing per quattro nuovi parcheggi nel centro, per far rinascere le Terme Inps e tanto altro. Peccato che sono stati presentati da mesi e non si era sentita volare una mosca. Sono incazzato, questa situazione è intollerabile''.

E a proposito di progetti Giulio Marini ha rispolverato dal suo cassetto il manifesto stampato nel 2013, per la campagna elettorale, dove sono elencate tutte le cose messe in cantiere dalla sua amministrazione. Lo tira fuori, lo mostra e invita a riflettere: ''Michelini ha ereditato da noi 23 milioni di avanzo di cassa e 20 milioni di progetti. Di suo non ha aggiunto altro. Penso agli ascensori, ha avuto fretta di inaugurarli ma alla fine sono ancora chiusi. Basta con la farsa, la verità è che si sono bruciati e devono andare a casa. Lo facciano se non per amore della città almeno per salvaguardare la propria dignità''.

Insogna ripercorre la sua avventura, in tandem con Moltoni: ''Nostro malgrado siamo stati in maggioranza, ma dobbiamo riconoscere di aver riposto male la nostra fiducia in Michelini. Si è presentato come contro i partiti e poi ha preso parte alla rissa interna al Pd, finendo per fare da spalla a una parte di quel partito e scaricando Oltre le mura. La verità è che il sindaco si è occupato di tagliare nastri e fare cose estetiche, le situazioni vere le ha portate avanti il suo vice. Insomma il sindaco ha fatto il vice e il vice il sindaco''. In linea anche Micci che spara sull’immobilismo nelle frazioni e Luigi Buzzi che suona il gong: ''Fallimento totale. Mi appello ai sette: chiarite il vostro gioco e andiamo o in consiglio o dal notaio per scrivere la parola fine su questa brutta esperienza''.

Rinnova l’invito Gianmaria Santucci: ''Il sindaco è un incapace, il vicesindaco è un incapace e insieme guidano una squadra di incapaci. Stanno facendo conoscere Viterbo in Italia per le tante buche, la Macchina di Santa Rosa rimasta a Expo e i cartelli in inglese sbagliati. La gente ci chiede quando li mandiamo via. Per farlo servono i sette, serve una loro decisione ferma. Hanno bloccato il Comune, se serve scriveremo al presidente della Repubblica per chiedere il ripristino della democrazia''.





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