ANNO 14 n° 118
Melilli-Michelini,
la volontà c'è
Incontro cordiale tra il segretario regionale del Pd e il sindaco
07/01/2016 - 20:38

di Andrea Arena

ROMA – Un'ora e mezzo di colloquio, piazza San Lorenzo in Lucina. Lì, dove oggi ha sede Forza Italia (ma pare che sloggerà presto) e dove per anni ha avuto il suo ufficio (e archivio) personale Giulio Andreotti. Qui, ieri pomeriggio, il segretario regionale del Partito democratico, Fabio Melilli, si è incontrato col sindaco di Viterbo Leonardo Michelini. Menù pour boire: acqua minerale e caffè. Argomento di conversazione: la crisi al Comune. Dichiarazioni all'ultimo minuto: morbide, fiduciose, si potrebbe dire di rito.

Era il terzo vertice della tornata che Melilli – insieme al dirigente organizzativo del Pd nazionale – sta effettuando per tentare di risolvere il caso Viterbo. Con sette consiglieri democratici che hanno sfiduciato – per ora a parole, non coi fatti – il primo cittadino e la sua amministrazione. E il rischio caduta sempre incombente su Palazzo dei priori.

''E' stato un incontro cordiale'', concordano entrambi i protagonisti. ''Ho trovato una persona molto ben disposta ad ascoltare e ad aprire un canale di confronto – dice Leonardo Michelini – Melilli mi ha chiesto di ripercorrere tutta l'avventura. Dalle primarie di coalizione, alla vittoria elettorale, fino all'attività amministrativa e naturalmente ai momenti di difficoltà vissuti in questi due anni e mezzo di governo. Ho dato la mia prospettiva su queste vicende, e ripeto, ho trovato una persona che guarda le cose con una certa umanità, senza dimenticare la visione politica, che pure ha una sua rilevanza''. Per Michelini – che al Pd non è iscritto – l'incontro va inquadrato in un'ottica di ''impegno nel nome della coalizione che nel giugno del 2013 conquistò il Comune di Viterbo, e di un'alleanza di centrosinistra che esiste e che ha le sue componenti''. Il Pd, certo, dal quale provengono le scosse telluriche che stanno minando le fondamenta del Palazzo, ma anche dei Moderati e riformisti.

E Melilli? Stesso atteggiamento, anche se da una prospettiva più romana: ''Insieme al sindaco di Viterbo – dice il parlamentare reatino – abbiamo fatto un ragionamento, all'insegna della cordialità. La vicenda viterbese è complessa, lo abbiamo compreso e condiviso. Così come è chiaro che il movimento civico di cui Michelini è presidente è un alleato, un alleato che ha contribuito alla vittoria comunale e che perciò ha tutta la legittimità ad essere rappresentato ed ascoltato. Il sindaco, semmai, deve fare chiarezza, perché è il leader dell'amministrazione, e ha il dovere di parlare a nome della città. Margini per andare avanti? L'ho già detto lunedì a Viterbo: sono ottimista per natura''.

Ieri non era il momento, né il caso, di affrontare eventuali soluzioni (a Viterbo si parla con insistenza di una richiesta da parte dei sette ribelli di azzerare la giunta). Le soluzioni, semmai, dovrà suggerirle lo stesso Pd laziale e nazionale dopo che il giro di audizioni sarà completato. All'appello mancano ancora i segretario, quello provinciale (Egidi) e quello comunale (Calcagnini), ma è difficile che vengano ascoltati lunedì, visto che per quel giorno è in calendario alla Camera il voto sulla riforma costituzionale. E di fronte a Maria Elena Boschi, anche il caso Viterbo può aspettare. Prima le signore.





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