ANNO 14 n° 120
Genio e sregolatezza, la Procura vuole il giudizio immediato
Lanzi torna a chiedere la revoca della detenzione in carcere; stavolta il gip potrebbe concedergli i domiciliari
10/01/2013 - 04:00

di Alessia Serangeli

VITERBO – Mentre tutti gli altri pare abbiano abbandonato l'intenzione di ricorrere in Cassazione, l'avvocato Carmelo Ratano, avvocato dell'unico indagato nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti pilotati ancora in carcere, ci pensa ancora.

Da impugnare, secondo il legale del funzionario del Genio civile Roberto Lanzi, la decisione del Riesame di confermare l'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Franca Marinelli. Ordinanza annullata all'indomani del primo blitz della Forestale per un “vizio di forma”, ma confermata successivamente alla seconda retata per la solidità del castello probatorio e la fondatezza delle accuse contestate agli indagati. E cioè: concussione, corruzione, turbativa d'asta e rivelazione di segreto d'ufficio.

Per l'istanza in Cassazione, comunque, c'è tempo perché l'avvocato Ratano, adesso, aspetta di conoscere la decisione del gip Marinelli circa la nuova richiesta di scarcerazione presentata per il suo assistito e supportata, secondo il legale, da una svista dei pubblici ministeri Stefano D'Arma e Fabrizio Tucci.

Svista che sarebbe riconducibile all'istanza precedente, quando i pm sul documento in cui esprimono parere negativo alla revoca della detenzione in carcere per Lanzi, nulla avevano scritto circa gli arresti domiciliari.

A Lanzi, da sempre considerato dal pool inquirente il personaggio chiave dell'appaltopoli viterbese, stavolta il gip potrebbe però concedere la detenzione domiciliare. La Procura, infatti, ritenendo chiuse le indagini e fin troppo evidenti le prove, è intenzionata a chiedere il giudizio immediato: anche per il “genio” Lanzi, quindi, il pericolo di inquinamento delle prove verrebbe a cadere.





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