ANNO 14 n° 119
Appalti truccati per 12milioni di euro
Ecco il modus operandi del collaudato sodalizio con a capo i “geni civili'
24/10/2012 - 04:00

VITERBO – (ale.ser.) Appalti off limits, accessibili solo a pochi. Quasi sempre gli stessi e, soprattutto, disposti a pagare cospicue tangenti dopo essersi assicurati la gestione della raccolta differenziata, piuttosto che della manutenzione stradale, o della ristrutturazione di edifici pubblici.

I numeri dell’inchiesta “Genio e sregolatezza”. Due anni di indagini; un blitz con un dispiegamento di forze incredibile (oltre duecento gli uomini della Forestale impegnati nel blitz scattato all’alba di ieri); la scoperta di ventisei gare d’appalto truccate per un importo totale che supera i 12milioni di euro ed un giro di presunte mazzette che oscilla tra i 600 ed i 700mila euro; dodici ordinanze di custodia cautelare (nove in carcere e tre ai domiciliari); cinquantuno indagati e trentotto perquisizioni. Questo il bilancio dell’operazione denominata “Genio e Sregolatezza” perché, secondo gli inquirenti, i personaggi chiave di tutta la macchinosa faccenda sarebbero due dipendenti dell’ufficio Genio civile di Viterbo (v. correlato).

Il modus operandi del sodalizio. Un meccanismo ormai collaudato che permetteva alle ditte “incriminate” un doppio vantaggio: riuscire ad aggiudicarsi le gare senza concorrenza grazie a ribassi inferiori del 15 per cento rispetto alla media, per poi intascare parte dell’importo risparmiato: circa la metà. Il resto andava a finire dritto dritto nelle mani dei due “geni civili”, considerati i veri faccendieri dell’articolato sistema corruttivo. 

Le indagini precedenti: Dazio e Miniera d’oro. L’inchiesta, confluita in un fascicolo di ben seicento pagine (il titolare è il sostituto Stefano D’Arma, mentre il gip che ha emesso le ordinanze è la dottoressa Franca Marinelli), è scaturita da altre due articolate indagini (Dazio e Miniera d’Oro) che, tra il settembre e l’ottobre 2009, avevano portato all’arresto di sette personaggi eccellenti (tra funzioni pubblici ed imprenditori anche in quell’occasione) accusati a vario titolo di concussione e corruzione.

“Dall’esame delle centinaia di migliaia di conversazioni intercettate al telefono e registrate negli uffici e nelle autovetture di alcuni indagati, anche con l’ausilio di telecamere occulte – si legge nella nota diffusa dal Corpo Forestale – emerge un quadro di corruzione e turbativa delle gare indette sia da alcuni Comuni viterbesi, romani e ternani, che dalla Provincia di Viterbo, con la complicità di ufficiali pubblici compiacenti”. 

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, le ditte invitate a partecipare venivano selezionate in modo da permettere alla vincitrice predestinata di non trovare ostacoli; mentre, per garantire a tutte una fetta dei contratti, veniva mantenuto un sostanziale equilibrio tra tutte le aziende partecipanti al sodalizio criminale.

“Le decine di società indagate si spartivano le gare – si spiega nella nota della Forestale - provvedendo non solo a remunerare i pubblici ufficiali che le favorivano, ma anche ad escludere dagli appalti pubblici le società antagoniste”. E gli accordi, manco a dirlo, garantivano offerte economiche estremamente vantaggiose per le ditte vincitrici che, di norma, effettuavano dei ribassi minimi dato che era garantita loro l’assenza di concorrenza.

“Tale meccanismo – fanno notare gli investigatori - provocava danni rilevanti per la collettività, chiamata a sostenere oneri superiori a quelli che si sarebbero determinati in un contesto di libero mercato e di rispetto della legge”.





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