ANNO 14 n° 120
Arresti scaturiti da intercettazioni Dazio
51 le persone indagate tra amministratori pubblici ed imprenditori
23/10/2012 - 13:51

VITERBO - Un'inchiesta lunga e complessa, quella condotta dagli uomini del Corpo Forestale, che scaturisce da un'altra maxi indagine denominata 'Dazio' e coordinata dalla Procura di Viterbo; che, all'alba del 29 settembre 2009, portò all'esecuzione di sei ordinanze di custodia cautelare tra Roma e Viterbo.

A finire in carcere, in quell'occasione, furono: Massimo Scapigliati, caposervizio a Palazzo dei Priori, responsabile per cave, torbiere e pubblica incolumità; gli imprenditori Domenico Chiavarino e il figlio Dario; i funzionari della Soprintendenza Giovannino Fatica ed Antonio Di Cioccio sempre della Soprintentenza; e, infine, il funzionario della Regione Lazio Giuseppe De Paolis, addetto all’ispettorato di polizia mineraria ed Energia. Tutti indagati, a vario titolo, di corruzione e concussione. 

E' proprio dalla gran mole di intercettazioni telefoniche ed ambientali effettuate all'epoca che è emerso 'un quadro di diffusa corruzione e turbativa delle gare indette sia da Comuni viterbesi', hanno riferito gli investigatori.

Nell'ambito dell'operazione Genio e Sregolatezza, sono dodici le persone arrestate e cinquantuno 51 quelle iscritte sul registro dagli indagati: i reati ipotizzati vanno dalla turbativa d'asta alla corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio.

Coinvolti nell'inchiesta nomi eccellenti della pubblica amministrazione viterbese, ma anche del mondo dell'imprenditoria: tra questi il sindaco di Graffignano Adriano Santori e l’assessore all’ambiente Luciano Cardoni; due funzionari dell'Ufficio del Genio civile di Viterbo, ritenuti i presunti personaggi chiave dell’inchiesta, quattro imprenditori di Viterbo, due di Montefiascone, uno di Tarquinia e due di Celleno.

(segue)





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