ANNO 14 n° 119
Appalti pubblici truccati, il tribunale: ''Un rodato sistema collusivo''
Depositate le motivazioni della sentenza, le difese pronte all'appello
30/11/2018 - 01:33

VITERBO - E’ un ''preoccupante sistema della gestione degli appalti pubblici nella Provincia di Viterbo dal 2009 al 2011'' quello che emerge dall’inchiesta Genio e Sregolatezza.

A quasi sette mesi dalla condanna in primo grado a 3 anni e 9 mesi per Roberto Lanzi, 1 anno e 6 mesi per Gabriella Annesi, 2 anni e 2 mesi per l’ex sindaco di Graffignano Adriano Santori, a 1 anno per Luca Girotti, 6 mesi per Angelo Anselmi, 1 anno e 6 mesi per Fabrizio Giraldo e all’assoluzione di Luciano Cardoni e Giuliano Bilancini per non aver commesso il fatto, sono uscite le motivazioni della sentenza.

Il tribunale di Viterbo parla di un ''sistema connotato da vicinanza e familiarità tra un gruppo di imprenditori interessati alle gare e funzionari pubblici preposti alle procedure; dalla volontà di una ristretta cerchia di imprenditori di operare, con collusioni ed accordi clandestini, al fine di distribuirsi le commesse''.

Nelle oltre 200 pagine di motivazioni si legge che  ''le due categorie, funzionari pubblici e soggetti economici privati, hanno agito sinergicamente secondo schemi ripetitivi e rodati – di cui si delineeranno nel prosieguo i tratti caratteristici – funzionali a portare efficacemente a termine le varie turbative''.

''In altri termini, soprattutto attraverso le risultanze delle intercettazioni – scrivono i giudice - è stato possibile svelare la presenza di una struttura relazione tra alcuni imprenditori del viterbese – come si vedrà tutti raggruppati nel Cost – adusi a coordinarsi al fine di influenzare l’iter delle gare indette dagli enti locali della zona, concordando il contenuto delle offerte da presentare ovvero il numero delle stesse, stabilendo una sorta di ''rotazione'' tra le singole imprese quanto alle aggiudicazioni finali''.

L’uso standardizzato di termini in codice (ad esempio: ''La lettera di ringraziamento'' per intendere la rinuncia a partecipare ad una gara) e l’utilizzo di termini metaforici e allusivi che pur nella loro formale assenza di significato, risultano immediatamente comprensibili ai dialoganti, come ad esempio ''la cena viene a costare 32 euro a persona'' per intendere il ribasso, per il Tribunale sta a dimostrare la presenza di una cordata di imprenditori e di un rodato sistema collusivo.

Contro la sentenza le parti hanno già annunciato ricorso in appello.





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