ANNO 14 n° 120
Appalti truccati, gli arrestati dal gip
Primi interrogatori di garanzia
24/11/2012 - 04:00

di Alessia Serangeli

VITERBO – Tin tin. Le manette, alla fine, sono riscattate. Per gli stessi con l’aggiunta di uno: l’imprenditore edile di Ischia di Castro Giuliano Bilancini, 48 anni, già iscritto sul registro degli indagati insieme ad altre sessantadue persone.

All’alba di ieri mattina, proprio come accaduto il 23 ottobre scorso, la Tuscia delle tangenti e delle gare pilotate per la gestione dei lavori pubblici s’è risvegliata al tintinnar di manette. Un altro duro colpo inflitto dalla Procura alla “cupola” degli appalti truccati. E, loro, i tredici arrestati all’alba di ieri mattina, non se l’aspettavano proprio: quando si sono ritrovati davanti gli uomini della Forestale a notificar loro le ordinanze devono essere caduti dalle nuvole.

Dopo l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare da parte del Tribunale delle Libertà di Roma e la loro successiva rimessa in libertà, si dava ormai per scontata l’apertura del procedimento giudiziario e non certo quella delle porte del carcere. Invece così è stato, perché l’annullamento dell’ordinanza del gip viterbese, Franca Marinelli, è riconducibile ad un “vizio di forma” e non alla sostanza delle accuse. Che, infatti, nella riproposizione dell’ordinanza, sono identiche a quelle della volta scorsa. Meglio: non proprio identiche ma rafforzate da queste ultime quattro settimane di indagini; documenti scartabellati; intercettazioni riascoltate; filmati supervisionati; e, non ultimo, dalle dichiarazioni rese dall’imprenditore Angelo Anselmi, unico tra tutti a non avvalersi della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio di garanzia.

Le accuse. Corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreto d’ufficio (per qualcuno, a dirla tutta, ci sarebbe anche l’ipotesi di concussione), sono i reati contestati a tutti i tredici arrestati, e cioè: i funzionari del Genio civile considerati i personaggi chiavi dell’affaire, Gabriela Annesi e Roberto Lanzi; e gli imprenditori Fabrizio Giraldo, Roberto Tomassetti, Amedeo Luca Girotti, la new entry Bilancino, Gianfranco e Daniela Chiavarino (padre e figlia); c’è poi il sindaco di Graffignano Adriano Santori, che aveva rassegnato le dimissioni al momento del primo arresto per poi revocarle non appena rimesso in libertà.

Stesse le accuse per gli indagati cui è stata concessa la detenzione domiciliare: il braccio destro di Santori e assessore all’Ambiente della sua giunta, Luciano Cardoni; Marcello Rossi, Stefano Nicolai ed Anselmi.

Secondo quanto ipotizzato dai sostituti titolari dell’inchiesta, Stefano D’Arma e Fabrizio Tucci, gli indagati avrebbero costituito un vero e proprio cartello per spartirsi gli appalti pubblici: ventisei, al momento, quelli risultati truccati, tra servizi di raccolta differenziata, ristrutturazione di immobili e lavori stradali, per un valore complessivo che si aggira intorno ai 12 milioni di euro.

Un’inchiesta dai numeri imponenti. Basti pensare alle migliaia di intercettazioni ambientali effettuate in tre anni di indagine (settecentomila le telefonate registrate; dodicimila le ore di riprese video) e al dispiegamento di uomini e mezzi: duecento gli agenti della Forestale impegnati nel blitz del 23 ottobre, settanta in quello di ieri; mentre sono decine (oltre cinquanta) le perquisizioni eseguite. “Sono ancora in corso”, hanno riferito nel pomeriggio di ieri gli investigatori che, nella nuova documentazione acquisita, sono convinti di trovare ulteriori elementi probatori a carico degli arrestati.

Gli interrogatori di garanzia. Inizieranno oggi. A partire dalle 9,45 in punto, sono previsti gli interrogatori del sindaco Santori e degli imprenditori Giraldo, Girotti e Bilancini. A seguire la dottoressa Marinelli dovrebbe ascoltare le due donne coinvolte nell’inchiesta, Daniela Chiavarino e Gabriela Annesi. Gli altri tre, con ogni, probabilità sosterranno gli interrogatori già lunedì. Poi sarà la volta degli arrestati ai domiciliari. La volta scorsa, come accennato prima, tutti – ad eccezione di Anselmi – si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, puntando al Riesame. Stavolta staremo a vedere. Gli avvocati raggiunti nella tarda serata di ieri telefonicamente hanno preferito non rilasciare dichiarazioni.

Zoom sul registro delle informazioni di reato. Come noto, tra i cinquanta indagati a piede libero compaiono nomi noti, come quello dell’architetto Giovanni Cardarelli, dei sindaci di Arlena di Castro Publio Cascianelli e di Vignanello Federico Grattarola. E poi, ancora, ci sono Giulio Tullio Curti, Fabrizio Galli di Acquapendente; i geometri Massimo Ciucciarelli e Torquato Nisi; e l’ex sindaco di Graffignano Fabrizio Marchini.

L’indagine parallela. Va avanti, eccome se va avanti. Il fascicolo “Genio e sregolatezza – Fase 2” coinvolgerebbe personaggi altrettanto eccellenti; solo che i reati ipotizzati potrebbero essere ben più gravi.





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