ANNO 14 n° 120
Corsa al Riesame, fissata l’udienza
Dopo il respingimento dei ricorsi, gli indagati confidano nel Tribunale della Libertà
03/11/2012 - 04:00

VITERBO – (ale.s.) Martedì 6 novembre. Questo il giorno in cui è prevista l’udienza di Riesame per gli indagati nell’ambito dell’inchiesta “Genio e sregolatezza”. 

Dopo il non accoglimento da parte del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Viterbo, Franca Marinelli, delle istanza di revoca della misura cautelare, agli avvocati difensori degli arrestati non è rimasta che la strada del Riesame. Strada che, in realtà, avevano già ammesso di essere intenzionati a percorrere, per dar modo ad un altro collegio di giudicare la posizione dei loro rispettivi assistiti. 

Sentito il parere dei pubblici ministeri Stefano D’Arma e Fabrizio Tucci, la decisione del magistrato era stata notificata nel primo pomeriggio di mercoledì scorso ai legali che avevano chiesto la scarcerazione o, in subordine, la misura cautelare meno afflittiva della detenzione carceraria. Ad eccezione di Roberto Tommasetti, già pronto per il Riesame, tutti gli altri il tentativo l’avevano fatto. Invano, tranne che l’imprenditore Angelo Anselmi, cui i domiciliari sono stati concessi per motivi di salute. 

In carcere sono rimasti il funzionario del Genio civile Roberto Lanzi; il dimissionario sindaco di Graffignano Adriano Santori; e gli imprenditori Fabrizio Giraldo, Amedeo Luca Girotti e Gianfranco Chiavarino (che è nelle stanze carcerarie dell’Infermeria). Detenute nella casa circondariale di Civitavecchia ci sono invece la seconda dipendente del Genio civile coinvolta nell’inchiesta Gabriela Annesi di Vignanello, e l’imprenditrice Daniela Chiavarino (figlia di Gianfranco). Gli ultimi tre arrestati, ovvero il vicesindaco del Comune di Graffignano Luciano Cardoni, e gli imprenditori Stefano Nicolai di Montefiascone e Marcello Rossi, viterbese, sono infine ai domiciliari.

Tutti arrestati all’alba del 23 ottobre durante un blitz che ha impegnato oltre duecento uomini del Corpo forestale dello Stato e che si è esteso anche fuori i confini del territorio viterbese. In Umbria, in Veneto e in Liguria, in particolare, lì dove erano state perquisite alcune società coinvolte nel presunto sistema criminoso venuto alla luce dopo tre anni di indagini e supportato da migliaia di intercettazioni telefoniche ed ambientali.

A tutti, compresi i cinquantuno indagati iscritti sul registro delle informazioni di reato, la Procura contesta i reati di corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreto d’ufficio.

Dopo l'udienza di martedì, il Riesame ha cinque giorni di tempo per pronunciarsi in merito ai ricorsi.





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