ANNO 14 n° 120
Genio e Sregolatezza, ''Imperiale mi confidò che Santori voleva il 10% di tangenti sull'appalto''
13/05/2015 - 22:33

VITERBO - E' stato il giorno dei testimoni dell'accusa al processo scaturito dall'operazione Genio e Sregolatezza. E ci sono stati due colpi di scena: il vicesindaco di Graffignano, Giulio Curti, ha dichiarato che Michele Imperiale, rappresentante della Gesta, la società che si era aggiudicata la gara per la raccolta differenziata in paese, gli confidò che il sindaco Andriano Santori gli aveva chiesto il 10% di tangente sull'appalto. Gianfranco Chiavarino, invece, ha ritrattatto tutte le ammissioni fatte mentre era in carcere.

Chiavarino, ha detto di non riconoscersi nelle dichiarazioni rese in precedenza. Ha aggiunto che i rapporti con Roberto Lanzi, il funzionario del Genio Civile ritenuto il ''cervello'' dell'appaltopoli, erano esclusivamente professionali. Ha aggiunto che il denaro dato al funzionario altro non era che il pagamento di quanto dovuto al consorzio Cost, del quale lo stesso Lanzi era direttore. QUindi Chiavarino ha negato di aver pagato tangenti per aggiudicarsi l'appalto dell'area artiginale di Vignanello. Gianfranco Chiavarino e la figlia Daniela, anch'ella coinvolta nell'inchiesta, hanno patteggiato: il primo un anno anno e sei mesi, la seconda un anno, undici mesi e quindici giorni di reclusione.

L'ex vicesindaco di Graffignano, Giulio Tullio Curti, invece ha convermato le dichiarazioni rese in fase istruttoria. In particolare ha ricordato che l'imprenditore Michele Imperiale, responabile della società specializzata nella raccolta differenziata dei rifiuti, gli confidò che il sindaco Adriano Santori gli aveva chiesto una tangente del 10% sull'ammontare dell'appalto nel comune di Graffignano. Affermazioni gravi, che pesano enormemente sulla posizione dello stesso Santori.





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