ANNO 14 n° 119
Appaltopoli, scarcerato Gianfranco Chiavarino
E' stato sottoposto ai domiciliari
11/12/2012 - 04:00

di Alessia Serangeli

VITERBO – Mentre a Roma era in corso l'udienza di Riesame per l'appaltopoli in salsa viterbese, negli uffici della Procura si svolgeva l'interrogatorio di Gianfranco Chiavarino, l'imprenditore di Celleno finito in manette il 23 novembre scorso insieme ad altre dodici persone, tra cui la figlia Daniela, in detenzione domiciliare dal 30 novembre.

Ad accogliere l'istanza dei legali, il gip Franca Marinelli che, alla luce di quanto dichiarato da lei stessa e dagli altri indagati in sede di interrogatorio di garanzia (e in altri colloqui sostenuti con i pubblici ministeri Stefano D'Arma e Fabrizio Tucci) aveva ritenuto le esigenze cautelari insussistenti. Il padre Gianfranco, invece, era rimasto in carcere: solo ieri, dopo un altro lungo interrogatorio a Mammagialla, il gip Marinelli ha deciso di concedergli la detenzione domiciliare. Sulla scorta di quanto ha detto, infatti, per il magistrato può rispondere dei reati che gli vengono addebitati (per tutti i 63 indagati dell'inchiesta “Genio e sregolatezza” i reati contestati a vario titolo sono: corruzione, turbativa d'asta e rivelazione di segreto d'ufficio) anche scontando gli arresti tra le mura di casa.

Questa, sostanzialmente, la novità più rilevante emersa durante la giornata di ieri, visto che il collegio dei giudici capitolini (lo stesso che il 12 novembre scorso aveva rimesso tutti in libertà per un “vizio di forma” dell'ordinanza del gip viterbese) si è riservato sul ricorso di Riesame presentato dalle difese di sette indagati.

Gli avvocati, battaglieri come nell'occasione precedente, hanno rispolverato le vecchie motivazioni: insussistenza della misura cautelare e ordinanza “copia-incolla” rispetto alle richieste dei pubblici ministeri. Durante l'udienza di ieri – iniziata alle 12 e terminata intorno alle 14,30 – si sono discusse le posizioni dell'assessore di Graffignano Luciano Cardoni e degli imprenditori Roberto Tomassetti, Fabrizio Giraldo, Luca Amedeo Girotti, Giuliano Bilancini, Marcello Rossi ed Angelo Anselmi. Per gli ultimi due, che erano ai domiciliari, va detto che D'Arma e Tucci hanno fatto ricorso contro la decisione del gip di rimetterli in libertà.

Il Riesame, adesso, ha dieci giorni di tempo per pronunciarsi sui sette indagati di ieri; mentre per venerdì è fissata l'udienza per il secondo gruppo di arrestati, ovvero: il sindaco di Graffignano Luciano Santori, i funzionari del Genio civile Roberto Lanzi e Gabriela Annesi, Daniela e Gianfranco Chiavarino, per il quale non era però previsto il colpo di scena della scarcerazione.





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