ANNO 14 n° 120
''Fuori da ogni legge e da ogni moralità''
Genio e sregolatezza, le motivazioni della procura dietro le richieste di condanna
29/03/2017 - 02:01

VITERBO - Imprenditori che si spartiscono i lavori pubblici, incuranti della libera concorrenza e dell’imparzialità. Funzionari statali che agiscono esclusivamente in prospettiva di un proprio tornaconto economico.

''Tutto il contrario di quello che dovrebbe essere. Per mesi, durante le indagini, ci siamo trovati di fronte all’antitesi di ciò che la legge prevede e prescrive.’’. Non hanno usato mezzi termini i pubblici ministeri Fabrizio Tucci e Stefano D’Arma nel ripercorrere le vicende che hanno dato origine al più grande processo per turbativa d’asta e corruzione che Viterbo abbia mai visto, ''Genio e Sregolatezza’’.

''Gli odierni imputati – hanno proseguito – soprattutto i due funzionari del Genio Civile, Roberto Lanzi e Gabriella Annesi, che per la natura della propria professione avrebbero dovuto salvaguardare l’integrità degli appalti, hanno agito per mesi in vista di un tornaconto personale: tangenti e soldi in cambio di certezze da dare agli imprenditori locali.’’. La certezza, cioè, di lavorare sempre e di riuscire a vincere di volta in volta le gare d’appalto indette dai vari comuni della provincia.

Una fitta rete di illeciti e di favoritismi che vedrebbe coinvolti da una parte i funzionari pubblici, dall’altra gli imprenditori, allo stesso modo penalmente e moralmente responsabili per aver deciso di sottostare e accettare questo tipo di logiche. ''Logiche fuori dalla legge e da ogni tipo di codice – hanno spiegato i pm – e che andavano a scapito di tutte quelle aziende che non rientravano nella spartizione a tavolino degli appalti.’’.

E che esistesse questa ''cordata’’ di imprenditori sarebbe per la procura un fatto oggettivo: ''Oltre al consorzio che ne racchiudeva le principali, ci sono numerose intercettazioni telefoniche e ambientali che svelano cosa avvenisse in quegli anni: gli impresari si spartivano i lavori e per avere la certezza di vincere le gare si affidavano al responsabile del Genio Civile Roberto Lanzi, pagandolo saporitamente.’’.

Comportamenti spregiudicati e senza alcuna moralità, che hanno spinto l’accusa a formulare richieste di condanne dure e importanti: 6 anni e 9 mesi per Roberto Lanzi, 3 anni e 4 mesi per Gabriella Annesi, 3 anni e 6 mesi per l’ex sindaco di Graffignano Adriano Santori, 3 anni all’imprenditore Luca Girotti, 2 anni e 6 mesi al collega Fabrizio Giraldo e 2 anni, con sospensione della pena, a Giuliano Bilancini, Angelo Anselmi e all’ex assessore di Graffignano Luciano Cardoni.





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