ANNO 14 n° 119
Appalti truccati, tutti a casa
Il gip ha dato l'ok alla scarcerazione degli ultimi otto indagati
13/11/2012 - 04:00

VITERBO – Più o meno nello stesso momento in cui i giudici romani sospendevano l’udienza per la decisione, approdavano sulla scrivania del gip viterbese (erano le 10 di ieri mattina) le motivazioni che, lo scorso 7 novembre, avevano spinto il Riesame ad annullare la sua ordinanza. E, alle 11 e 20 in punto, la dottoressa Franca Marinelli firmava il decreto per la rimessa in libertà degli ultimi otto indagati in regime di detenzione in carcere o domiciliare.

Gli altri quattro (ovvero gli imprenditori Stefano Nicolai, Marcello Rossi e Luca Amedeo Girotti, insieme alla funzionaria del Genio civile di Viterbo, Gabriela Annesi, ritenuta personaggio chiave dell’inchiesta sugli appalti truccati insieme al collega Roberto Lanzi) erano stati scarcerati già martedì scorso, giorno in cui il collegio dei giudici del Tribunale della Libertà aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare rilevando vizi di forma.

Per i magistrati capitolini, in buona sostanza, il provvedimento del gip Marinelli sarebbe più o meno identico alle richieste formulate dai pubblici ministeri Stefano D’Arma e Fabrizio Tucci, titolari del fascicolo “Genio e sregolatezza”. Meri “vizi di forma”, dicevamo, tant’è che un giudice su tre non era favorevole all’annullamento. Perché, di fatto, la “sostanza delle accuse rimane”, come documentano filmati e immagini (tra l’altro allegati all’ordinanza) che ritraggono “inequivocabilmente” scambi di mazzette tra gli indagati.

Come largamente previsto e anticipato nei giorni scorsi dagli avvocati, il provvedimento del Riesame si è esteso anche agli ultimi arrestati per i quali l’udienza si è svolta ieri mattina, con gli interventi dei legali difensori e dei pm viterbesi D’Arma e Tucci, che si sono opposti fermamente alla scarcerazione. Scarcerazione che, invece, poi è avvenuta su ordine dei giudici romani, presieduti da Renato La viola, e del gip Marinelli. Nelle rispettive abitazioni, ieri, sono dunque tornati: il dimissionario sindaco di Graffrignano Adriano Santori, e gli imprenditori Daniela e Gianfranco Chiavarino, Angelo Anselmi, Roberto Tomassetti e Fabrizio Giraldo. In libertà anche il funzionario Lanzi e l’assessore all’Ambiente del comune di Graffignano Luciano Cardoni, che hanno ottenuto la scarcerazione prima dell’udienza di Riesame prevista per venerdì.

Adesso, mentre le indagini degli inquirenti vanno avanti a tamburo battente (anche con l’acquisizione di nuovi elementi “scottanti”), il Comune di Corchiano ha anticipato l’intenzione di costituirsi parte civile nel processo che sarà incardinato in tribunale. A deciderlo è stato il consiglio comunale che ha votato all’unanimità la volontà di costituirsi parte lesa.

Il Comune viterbese, infatti, si rivolse al Genio Civile per il restauro di palazzo San Valentino, dove si trova la biblioteca comunale, per una gara d’appalto da 300mila euro. I due funzionari dell’ufficio regionale Roberto Lanzi e Gabriela Annesi avrebbero appaltato i lavori, però, a una ditta di Soriano nel Cimino dietro il pagamento di una tangente.

Da qui la decisione del Comune di costituirsi parte civile una volta accertati i danni causati all'amministrazione comunale.





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