ANNO 14 n° 119
Il Pdl Lazio: ''Fiorito
parla per rabbia''
Gasparri: “I nostri candidati alle regionali scelti da un gruppo di saggi’’
03/10/2012 - 08:23

VITERBO - Il giorno dopo l'arresto di Franco Fiorito, il Pdl Lazio tenta di resistere ancora. E lo fa stringendosi attorno al coordinatore regionale Vincenzo Piso, dallo stesso Fiorito messo sotto accusa per il caso fatture gonfiate. E proprio mentre l'ex capogruppo vibra fin dalla soglia della cella l'ultima rasoiata a effetto, ''qui non troverò gente peggiore di quella del Pdl'' ha detto varcando il portone di Regina Coeli.

L'immagine che il Pdl vuole consegnare all'opinione pubblica è quella dell'unità. Nonostante tutto. Al tavolo della conferenza stampa con Piso, i capigruppo di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri e i due kingmaker della piazza romana Andrea Augello e Fabio Rampelli. Alfredo Pallone, vice coordinatore laziale d'area Tajani, manca solo perché impegnato al Parlamento Europeo.

''Non sono indagato - si affretta a ribadire Piso - ma sono pronto a collaborare con la giustizia''. E solo ai magistrati è pronto a rivelare cosa è successo a porte chiuse nelle turbolente riunioni di cui è stato testimone. Spiegherà il perché circolavano fotocopie delle fatture. Che però non ha fatto lui, nella sua stanza: ''Fiorito dice stupidaggini - taglia corto Piso - La riunione del 12 settembre non è mai esistita. Non avrei avuto interesse a falsificare le fatture. Se è in prigione è anche perché paga la sua spavalderia da giocatore di poker. Parla ispirato da rabbia e risentimento. E non l'ho voluto io capogruppo: è stato un accordo interno al partito. Ne sarà espulso ad horas''.

Ora il problema è un altro, bisogna prepararsi alle imminenti elezioni: Campidoglio, Regione Lazio, politiche. Commissariamento del partito? ''Chiedete ad Alfano' risponde Piso, ma l'ipotesi si allontana. Ritiro della delegazione Pdl dalla giunta Polverini? Gli assessori non ne hanno notizia. Tenere duro è la parola d'ordine.

Spicca per esser fuori dal coro (e forse anche per schiettezza) la voce di Gianni Alemanno: ''Avrei preferito un soggetto unico del centrodestra, ma se questo deve generare paralisi e faide, allora è meglio dividersi. Ma non c'é uno scandalo che sta travolgendo il Pdl - dirà più tardi - c'é chi, nel Pdl, si è comportato male''.

''Non è vero che abbiamo già perso'' chiosa il deputato Fabio Rampelli. I nodi però non mancano. Il primo è il candidato, ma prima ancora c'é da capire la data delle elezioni. La decisione, nonostante la chiara indicazione del Viminale (entro tre mesi), spetta a Renata Polverini, che, pur smentendo di voler tornare in Regione, ha confermato la sua volontà di restare in politica.

Nutrito il partito delle primarie, dove pare ci sia convergenza. E convergenza sembra esserci anche sulla proposta di Gasparri in merito alla ricandidatura del gruppo Pdl in Regione: dovrà essere al vaglio di un gruppo di 'saggi' che valutino caso per caso. ''Se esistono dei saggi...'' ha commentato ironico, a mezza bocca, Fabrizio Cicchitto, seduto proprio accanto all'ex ministro. Ma il partito comunque tenta la carta del ''restare uniti''.

Se a Roma il Pdl parla, a Viterbo il silenzio è totale. Nessuno sembra avere nulla da dire su uno scandalo che potrebbe seppellire un partito sottoposto a eutanasia dai suoi stessi dirigenti.





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