ANNO 14 n° 119
Fiorito: ''Non so nulla delle fatture false''
Il consigliere regionale interrogato
per circa quattro ore in Procura
24/09/2012 - 20:20

VITERBO - E’ durato circa quattro ore il fuoco di fila di domande chi è stato sottoposto oggi a Viterbo l’ex capogruppo Pdl alla Pisana Franco Fiorito dal pubblico ministero Massimiliano Siddi e dal procuratore capo Alberto Pazienti. Al centro dell’interrogatorio, le fatture gonfiate o completamente false, relative a iniziative organizzate dal consigliere regionale Francesco Battistoni nel suo collegio elettorale, la Tuscia, e pagate con i fondi del gruppo. Fatture che, secondo un esposto presentato dai legali dello stesso Battistoni e da due aziende viterbesi sarebbero state alterate, aumentando in modo spropositato il loro importo, o completamente falsificate.

Le tre denunce per diffamazione sono confluite nel fascicolo relativo all'inchiesta che vede indagati per corruzione e tentata estorsione l'assessore regionale all'Agricoltura, Angela Birindelli e due giornalisti viterbesi, l'ex direttore dell'Opinione, Paolo Gianlorenzo e la collega Viviana Tartaglini. Anche questa inchiesta, attualmente in corso di proroga delle indagini, era scaturita da un esposto di Battistoni: secondo l'ex capogruppo Pdl, l'assessore Birindelli avrebbe acquistato 18 mila euro di inserzioni pubblicitarie sull'Opinione affinché il giornale attaccasse sistematicamente lo stesso Battistoni.

Fiorito, come ha riferito ai giornalisti al termine dell’interrogatorio ''per reato connesso'' ha dichiarato ai Pm che ''le fatture arrivate al gruppo Pdl avevano gli importi reali e sono state liquidate per tali somme. La falsificazione, se c’e’ stata – ha aggiunto – è avvenuta successivamente”.

L’ex sindaco di Anagni ha dichiarato a verbale di aver custodito tutti i documenti contabili in casa sua. ''Li ho consegnati personalmente alla procura di Roma – ha spiegato – e i loro importi sono tutti reali. Non so cosa sia successo dopo''. Fiorito ha anche smentito di aver consegnato lui alla stampa, in particolare a Gianlorenzo, il dossier ''avvelenato''.

Alla domanda se avesse controllato la congruità delle spese sostenute dai vari consiglieri del Pdl, Fiorito ha risposto: 'Non sono responsabile di ciò che rendicontano i miei colleghi. Se ci sono stati abusi o qualcuno ha fatturato ciò che non andava fatturato ne risponderà personalmente'.

Durante una pausa dell’interrogatorio, il procuratore Pazienti ha reso noto che negli atti all’esame della procura sono state individuate una decina di fatture manomesse ma che il gruppo Pdl ha liquidato per il vero importo e non per quello gonfiato. ''La falsificazione, peraltro grossolana  – ha sottolineato il magistrato -  potrebbe rientrare nella faida in corso nel Pdl viterbese, dalla quale è già scaturita un'inchiesta per corruzione e tentata estorsione''.

Fiorito, finito l'interrogatorio, ha tentato, insieme al suo difensore, l'avvocato Carlo Taormina, di uscire da un'uscita secondaria per evitare i giornalisti: ma la ''fuga'' non è però riuscita in quanto la porta carraia del cortile posteriore del tribunale è rimasta bloccata.





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