ANNO 14 n° 119
Battistoni al vaglio dei tre ''saggi'' Pdl
Insediato il comitato presieduto dall'ex ministro degli Esteri Franco Frattini,
dovrà stabilire se ricandidare o meno i consiglieri regionali del Lazio uscenti
12/10/2012 - 04:00

VITERBO – Da ieri mattina sono al lavoro i tre ''saggi'' che dovrà vagliare le posizioni dei singoli consiglieri regionali Pdl del Lazio è decidere se potranno essere ricandidati o meno.  La commissione, voluta dal segretario nazionale Angiolino Alfano, è presieduta dall’ex ministro degli Esteri Franco Frattini. Gli altri due componenti sono Rocco Crimi e Manlio Contento.

Una delle posizioni più delicate all’esame dei ''saggi'' è quella di Francesco Battistoni, ritenuto da molti, a torto o a ragione, in primo luogo dalla governatrice Renata Polverini, colui che ha innescato lo scandalo che ha dapprima fatto finire in galera Franco Fiorito con l’accusa di peculato, per aver rimpinguato i suoi conti correnti personali con i soldi del gruppo consiliare, e poi travolto la giunta regionale. Il blitz con il quale Battistoni è subentrato a Fiorito alla presidenza del gruppo Pdl, però, ha solo anticipato l’ineluttabile: la procura della Repubblica di Roma, aveva già ricevuto un’informativa della Banca d’Italia sui movimenti anomali di denaro che finivano dalle casse del gruppo ai conti di Fiorito. E l’inchiesta era già in corso da alcune settimane.

Di fatto, però, la Polverini, prima di arrendersi definitivamente, aveva posto tra le condizioni irrinunciabili per rimanere al suo posto, la rimozione di Battistoni da capogruppo e la sua sostituzione con la giovane Chiara Colosimo.  Nei giorni febbrili che hanno preceduto le dimissioni, la governatrice ha più volte stigmatizzato il comportamento di Battistoni. In una trasmissione Rai lo definì ''quello che combatte le sue battaglie politiche nelle procure della Repubblica''. E bollò il suo principale ''protettore'', il vice presidente della commissione Ue Antonio Tajani, come ''quel personaggio ameno che gira l’Europa pensando di rappresentare l’Italia''.

Cosa decideranno i tre ''saggi'' lo si vedrà. Certo, però, che il clima non è favorevole né a Battistoni né agli altri consiglieri uscenti. Prima di ricevere l’incarico di presiedere il comitato dal segretario nazionale Angiolino Alfano, infatti, Frattini si era espresso pubblicamente contro l’eventuale ricandidatura di tutti i consiglieri.  ''Serve un segnale forte e chiaro – disse l’ex ministro degli Esteri nelle giornate furibonde seguite alle dimissioni della Polverini -, uno di questi è stabilire che nessun consigliere uscente verrà ricandidato''.

E anche ieri ha fatto trapelare chiaramente il suo pensiero in merito: ''Dobbiamo fissare i criteri sulle candidature per evitare di ricadere nei difetti e negli errori passati” ha detto. “Non vogliamo più personaggi inadeguati, per questo proporremo delle misure serie di selezione'' ha aggiunto.

Frattini ha precisato che a suo parere ''dovrà prevalere la linea del rigore, poco importa se uno ha molti voti e molte tessere. I nostri candidati devono avere già dimostrato di possedere capacità e qualità nella loro vita professionale e personale. Insomma, di sapere fare qualcosa. Non ci servono persone che non hanno né arte né parte. E soprattutto devono dimostrare di avere un attaccamento ai valori del centrodestra e dei Popolari europei''.

I tre ''saggi” dovrebbero far conoscere le loro decisioni entro due o tre settimane al massimo. Almeno che non abbia ragione il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto: ''Ammesso che nel Pdl esistano ancora dei saggi''.





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