ANNO 14 n° 89
Oggi udienza preliminare per indagati
I quattro giovani romeni che rapinarono e massacrarono l'anziano docente
sono accusati di omicidio volontario, sequestro di persona e rapina aggravata
14/01/2013 - 04:00

VITERBO - Compariranno oggi davanti al giudice per l’udienza preliminare Salvatore Fanti i quattro giovani romeni accusati dell'omicidio del professor Ausonio Zappa, massacrato a sprangate durante una rapina nella sua villa a Bagnaia la notte tra il 27 e il 28 marzo dell’anno scorso, morto dopo 11 giorni d'agonia nel reparto di neurochirurgia dell'ospedale di Belcolle.

I quattro, Adrian Nicusor Saracil di 22 anni, Cosmin Oprea di 19, il fratello Daniel di 25 e Alexantru Trifan Pertica di 20, furono individuati e arrestati dai carabinieri del comando provinciale di Viterbo nelle ore immediatamente successive all'aggressione, con l'accusa di tentato omicidio, sequestro di persona, rapina. Dopo la morte di Zappa venne contestato loro il reato di concorso in omicidio volontario.

LA RAPINA – Ad ideare il colpo nella casa di campagna dell'anziano docente, fondatore dapprima dell’Accademia di Belle Arti di Viterbo e poi di quella di Milan, fu Alexandru Trifan Pertica, figlio della badante della suocera di Zappa, che aveva a lungo frequentato la villa lungo la Strada Romana. Ad entrare nell'abitazione, dopo aver forzato la porta con un cacciavite, furono Adrian Nicusor Saracil e Cosmin Oprea. Il fratello di quest’ultimo Daniel e Alexanru Trifan Petrica restarono fuori, in auto, a fare da pali.

Il professor Zappa, che dormiva al piano superiore, fu svegliato dai rumori, si alzo e tenendo il telecomando dell'allarme in una mano e uscì dalla camera da letto. I due giovani si accorsero che aveva l’allarme, lo picchiarono selvaggiamente, probabilmente con un tubo in metallo, per impedirgli di azionare il dispositivo collegato con la centrale di un istituto di vigilanza. Ma prima di cadere sul pavimento con il cranio fracassato, Zappa riuscì a pigiare il tasto dell'allarme. I rapinatori distrussero il telecomando schiacciandolo con le scarpe, ma ormai il segnale era partito. I due giovani arraffarono il portafogli del docente, raggiunsero i loro complici e si dettero alla fuga.

GLI ARRESTI: Poche ore dopo la brutale aggressione, avvenuta tra le 2,30 e le 3 del mattino, i quattro giovani romeni erano già stati individuati e fermati dai carabinieri. A mettere i militari sulle loro tracce una serie di corposi indizi, tra i quali gli ''strani'' movimenti dell’auto con cui erano arrivati davanti alla villa di Zappa, che non sfuggirono a una pattuglia in servizio di perlustrazione. I carabinieri fermarono una Bmw con a bordo Daniel Oprea e Alexanru Trifan Petrica (i due pali) e dopo il controllo, anziché condurli in caserma per accertamenti, li lasciarono andare e li pedinarono. Fu così che li videro passare davanti alla villa di Zappa, prendere a bordo i complici che avevano appena massacrato l’anziano docente, e ripartire.

Non appena la notizia dell’aggressione arrivò alla centrale, i carabinieri capirono subito che gli occupanti di quell’auto erano collegati con la sanguinosa rapina. La loro intuizione venne inconfutabilmente convalidata dalle indagini successive e dalla piena confessione dei quattro rapinatori.

LA VITTIMA – Aveva 81 anni Ausonio Zappa, docente universitario, appassionato d’arte. Nel 1980 aveva fondato la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (NABA). Cinque anni prima aveva istituito l’Accademia di Belle Arti Lorenzo da Viterbo (ABAV), la prima non statale d'Italia.

Colpito con estrema violenza al capo, entrò quasi subito in coma. I medici di Belcolle costatarono subito l'estrema gravità delle sue condizioni. Il giorno dopo il ricovero lo dichiararono ''non operabile''. Restò sospeso tra la vita e la morte fino alle 13 del 7 aprile, quando si spense contornato dai suoi cari. Era nato a Inverigo, in provincia di Como.

Oggi, i quattro giovani che ne hanno causato la morte compariranno davanti al giudice per l’udienza preliminare. Il rinvio a giudizio, a meno che non chiedano il rito abbreviato, è scontato. Così come è scontata una pesante condanna per ciascuno di loro.





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