ANNO 14 n° 119
Chiesti due ergastoli col rito abbreviato
Pena più leggera per gli altri due imputati, ''i pali'': 20 e 18 anni di reclusione
05/02/2013 - 15:21

VITERBO – Chiesti due ergastoli per due dei quattro giovani romeni che aggredirono e uccisero il 24 marzo scorso il professor Ausonio Zappa nella sua villa a Bagnaia. Questa mattina, dopo diversi rinvii, si è svolta l’udienza preliminare per i quattro imputati che verranno giudicati con il rito abbreviato su richiesta delle difese.

Stamani il pm Paola Conti, in oltre due ore di requisitoria, ha chiesto l’ergastolo per Adrian Nicusor Saracil e Cosmin Oprea, che entrarono in casa e uccisero l’anziano professore dopo averlo pestato a sangue, mentre per gli altri due, Alexandru Petrica Trifan e Daniel Ionut Oprea, ha chiesto 30 e 24 anni, ridotti, per via dello sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato, rispettivamente 20 e a 18 anni.

I fatti risalgono alla notte tra il 27 e il 28 marzo scorso quando Adrian Nicusor Saracil di 22 anni e Cosmin Oprea di 19, furono sorpresi dal professore all’interno della sua villa a strada Romana. Colti sul fatto, lo massacrarono di botte fino a ridurlo in fin di vita mentre gli altri due complici, Daniel Oprea, fratello di Cosmin, di 25 anni e Alexantru Trifan Pertica di 20, facevano i pali e aspettavano in auto fuori la villa. Il professor Zappa morì nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Belcolle dopo undici giorni di agonia. Aveva 81 anni Ausonio Zappa, docente universitario, appassionato d’arte. Nel 1980 aveva fondato la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (NABA). Cinque anni prima aveva istituito l’Accademia di Belle Arti Lorenzo da Viterbo (ABAV), la prima non statale d'Italia.

La violenza reazione dei romeni nei confronti dell'anziano sarebbe stata scatenata perché il professore era riuscito ad attivare il sistema d'allarme collegato con l'istituto di vigilanza. A supporto di questa tesi il fatto che accanto a Zappa è stato trovato il telecomando dell'allarme frantumato con i piedi da uno dei banditi.

I quattro sono stati individuati e arrestati poche ore dopo la rapina dai carabinieri del comando provinciale di Viterbo per concorso in rapina, sequestro di persona e tentato omicidio. L'accusa poi divenne di omicidio volontario.

Al processo, oltre alla famiglia del professore, si è costituito parte civile anche il Comune di Viterbo, rappresentato dall'avvocato Francesca Bufalini, a seguito del tentato furto avvenuto poche ore prima del delitto alla scuola Silvio Canevari.

 





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