ANNO 14 n° 118
L'Abav e il Liceo artistico Tuscia ricordano Ausonio Zappa
10/04/2012 - 09:49

VITERBO - “Ausonio Zappa è stato, come tutti i geni, un illuminato precursore dei tempi”. Così Luigi Sepiacci, direttore dell’Accademia di Belle Arti Lorenzo da Viterbo, esordisce nel suo ricordo commosso, in memoria dell’illustre cattedratico viterbese.

“L’idea di fondare a Viterbo l’ABAV e riempirla di giovani, futuri, talentuosi artisti lo aveva da sempre accompagnato e galvanizzato. Ricordo che tutto avvenne a metà degli anni settanta. Anni di turbolenze e rinnovamento della società”.

“Fu allora che – spiega Sepiacci – come in una sorta di Rinascimento moderno, Zappa ebbe l’intuizione che cambiò l’anima dell’aristocratica capitale della Tuscia”.

“Con grande coraggio scelse quale sede del nascituro complesso il grande convento della Quercia, a Viterbo”. “E diede vita all’Accademia”.

“Un luogo dove ogni forma d’Arte prende vita – aggiunge l’attuale direttore dell’ABAV – attraverso le botteghe. Dove gli allievi apprendevano tecniche (e segreti antichi) direttamente dai grandi maestri del proprio tempo”. “oggi come allora”.

“E così torna alla mente il ricordo vivo dello scultore Caron, del pittore Gagliardi, dello scenografo Vergoz, e dello storico Giuseppe Gatt”.

“Come accadeva nelle universitas – sottolinea Luigi Sepiacci – durante i primi anni della vita dell’Accademia, discepoli e maestri, lavoravano, mangiavano e condividevano la vita di comunità. Abitando nelle cellette ormai abbandonate dai monaci”.

“Attraverso questa sua intuizione, geniale, nel giro di poco tempo il convento sede della nuova schola si riempì di studenti venuti da ogni dove per poter apprendere”.

“Ricordo ancora di come nell’ambiente artistico si parlava di questa Accademia quasi fosse un unicum, una vera perla, diversa da tutte le altre, tanto da essere spesso diventata meta di pellegrinaggio e studio da parte delle più blasonate e antiche istituzioni artistiche d’Italia e del mondo”. “Spesso infatti veniva qui il direttore dell’Accademia di Roma (allora la più importante d’Italia), il maestro Marcello Avenali”.

“Oggi l‘ABAV – conclude il suo ricordo commosso Luigi Sepiacci – ritornata alle origini, ripercorre e rivive, nella purezza del suo spirito primordiale, quello stesso modello, di amore dell’Arte per l’Arte. Dell’Arte intesa come Dono della Grazia di Dio e quale mezzo di elevazione spirituale della condizione umana”. “E’ questa la sua eredità”.

“Il più bel legato, il dono più prezioso, che l’antica città dei papi, Viterbo, scuola ricca di tradizioni, storia e fascino, meritava di ricevere dal suo immortale, Ausonio Zappa”.

Alle parole dell’attuale direttore ABAV Luigi Sepiacci, sono seguiti i ricordi di Mario Romagnoli attuale preside del Liceo Artistico Tuscia, l’altra creatura di Ausonio Zappa: “il Direttore - come amabilmente lo chiamavamo noi suoi discepoli - diede vita a quello che potrei definire l’inizio di tutto il viaggio nel mondo dell’Arte contemporanea, a Viterbo e nell’Alto Lazio. Egli, quale padre nobile, creò, di fatto, il futuro artistico di tanti studenti che, negli anni, hanno frequentato con successo il nostro Liceo Artistico Tuscia”.

“Così come l’Accademia, e prima di essa, il liceo artistico, apparve subito rivoluzionario e precursore delle attuali concezioni di apprendimento dell’Arte. Una scuola nuova, dove l’allievo liberava, e libera ancora oggi, le proprie emozioni trasformandole in momenti creativi, attraverso il disegno e il colore”.

“I miei ricordi, prima in qualità di studente, poi quale docente e infine oggi come preside si perdono, ma al tempo si rinnovano, costantemente, in un caos vivo di emozioni vissute assieme alla figura dell’imperituro, nostro, Direttore”.

“Zappa ci incitava ad avere sempre fiducia in noi e soprattutto a credere nel nostro dono, quel talento che noi non vedevamo, ma che lui aveva già individuato in ognuno di noi e che aspettava, sapientemente, emergesse, prendendo forma attraverso gli elaborati artistici che producevamo e che lo rendevano tanto felice, perché sperava e intravvedeva, forse, in ognuno di noi, il futuro dell’Arte. Il suo stesso contributo all’Arte”.

“Quando poi diventai insegnante, Ausonio mi fu sempre guida solida e a volte faro nella tempesta, per il lavoro che più di tutti gli altri è vocazione: quello dell’insegnamento. Che va fatto centellinando delicatezza e severità, con assoluta, grande, responsabilità. Perché si è, in quegli anni formativi, i custodi del futuro artistico dei propri allievi”.

“Mai mancò il suo incitamento a proseguire sereno, sicuro della sua stessa fiducia: così come un padre amorevole fa con i propri figli, egli dimostrò di riporre in me, prima come studente, poi come suo professore – nella medesima sua stessa scuola – fiducia sincera”.

“Oggi come preside conservo quella stessa passione che il Direttore Ausonio Zappa aveva e che mi sento di poter affermare, mi ha trasmesso”.

“E che io, tutti i giorni, cerco, tento, nei miei limiti, di portare in dono ai miei allievi, affinché essi crescano seguendo la linea da lui allora tracciata, che si traduce ancora oggi in poche parole: essere migliori, perfezionarsi costantemente”.

“Ti saluto con le lacrime agli occhi e ti rendo grazie, Direttore Ausonio Zappa.

Non solo per me, ma a nome di tutti noi, ti dico grazie!

Tu sarai sempre presente nelle nostre vite e le tue scuole, le tue creature, parleranno di te, sempre”.

 

 





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