ANNO 14 n° 119
Un delitto efferato per rubare un portafogli
16/03/2013 - 00:10

di Alessandra Pinna

VITERBO – All’alba del 28 marzo 2012, i carabinieri del comando provinciale di Viterbo, arrestano 4 giovanissimi romeni con l’accusa di essere gli autori della rapina e del pestaggio avvenuto poche ore prima in una villino vicino di Bagnaia, ai danni del professor Ausonio Zappa, 82 anni, fondatore dell’Accademia di Belle Arti Lorenzo da Viterbo e della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Mentre i 4 vengono arrestati, l’anziano docente versa in coma irreversibile nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Belcolle, con il cranio fracassato da un colpo di spranga.

LA RAPINA – Intorno alle 2 del mattino, 2 ragazzi fanno irruzione nella suo villino, lungo strada Romana, per compiere una rapina. Per entrare è bastato loro forzare la porta d’ingresso con un cacciavite. Zappa è solo, sente dei rumori, esce dalla camera da letto con in mano il telecomando dell’allarme. Viene visto dai rapinatori che, per impedirgli di pigiare il tasto dell’allarme, peraltro senza riuscirci, lo colpiscono con inaudita violenza alla testa. L’anziano cade sul pavimento in una pozza di sangue. I due fuggono dopo aver arraffato il suo portafogli e qualche altro oggetto di scarso valore.

Pochi minuti dopo arrivano sul posto i vigilantes e i carabinieri, che prestano i primi soccorsi alla vittima e fanno intervenire gli operatori del 118. Le condizioni di Zappa appaiono subito disperate. Alle 3,33 viene ricoverato in prognosi riservata nel reparto di terapia intensiva. La diagnosi è: trauma facciale e contusioni multiple dovute alle violente percosse subite. Morirà 10 giorni dopo senza riprendere conoscenza.

Tre giorni dopo, durante l’interrogatorio di garanzia,i 4 giovani romeni confessano al Gip Francesco di aver ridotto in fin di vita il professor Zappa durante un tentativo di rapina. In un primo momento, davanti al Pm Paola Conti e al comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Gianluca Dell’Agnello, solo tre avevano parlato, mentre uno, il ''basista'',non aveva risposto alle domande del magistrato.

La loro ricostruzione del selvaggio conferma sostanzialmente quella eseguita dai carabinieri. Emerge così che a proporre la rapina era stato Alexander Petrica Trifan, 20 anni, figlio della bandante che qualche anno prima aveva assistito la suocera di Zappa e che conosceva la sua abitazione di campagna per averla a lungo frequentata.

A mettere i carabinieri sulle loro tracce è un’imprudenza dei 2 giovani rimasti fuori della villa a fare da palo. Dopo aver accompagnato i complici alla villa, si sono recati a Vignanello, nell'abitazione di una loro connazionale. Nel tornare a riprenderli, a forte velocità, sono stati fermati da una pattuglia. I militari, controllati i loro documenti, li asciano andare ma, insospettiti dal loro comportamento, li seguono. Giunti davanti alla villa, i due romeni si accorgono di di essere controllati e si danno alla fuga, inseguiti dall'auto dei militari. Nel frattempo, scatta l'allarme nell'abitazione di Zappa e un'altra pattuglia si reca immediatamente recata sul posto, dove trova l'anziano disteso sul pavimento, tra la camera da letto e il soggiorno, in una pozza di sangue. Dalla centrale operativa parte l'allarme e la pattuglia all'inseguimento capisce che l'auto in fuga è collegata con quanto accaduto. Dopo pochi chilometri la Bmw viene bloccata e i giovani a bordo portati in caserma. E uno dei due confessa subito il motivo della fuga. I carabinieri si recano quindi nell'abitazione degli altri due che, dopo aver massacrato il docente, si erano allontanati a piedi, e li arrestano per rapina e lesioni gravi.

Il 7 aprile successivo, il professor Zappa muore. L’accusa a carico dei 4 giovane viene trasformata dalla procura della Repubblica in concorso in omicidio volontario. Ieri, infine, la condanna all’ergastolo per gli esecutori materiali e a 16 e 12 anni di reclusione per i pali.

 





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