ANNO 14 n° 117
''La dedico a mia moglie e ai miei figli''
Così l'ideatore di ''Gloria'', Raffaele Ascenzi, subito dopo la proclamazione
26/01/2015 - 18:08

VITERBO - ''A mia moglie e ai miei figli'', questa la dedica della vittoria di Raffaele Ascenzi. ''La nostra famiglia – dichiara mentre tiene stretto a sé la sua Valeria – è nata con ''Speranza''. Quell’anno non andò bene, oggi invece portiamo a casa una bellissima vittoria. Sarà bellissimoemozionante tornare vicino alla Macchina tutti insieme''. 

Il padre di ''Ali di luce'' è arrivato intorno alle 15.30. Si apre l’ascensore sul quinto piano degli uffici comunali di via Garbini ed esce lui. Silenzio e sorrisi. I presenti lo guardano, è uno dei favoriti della vigilia. Rompe il vociare con una battuta sulla grande calca presente. Va da Michele Telari, un altro dei favoriti nei rumors di queste settimane, e gli dà uno scappellotto amichevole dietro la nuca.

Alle 16 in punto si aprono le porte, iniziano le danze. Clima surreale, una vera bolgia dantesca. Manca l’aria, si sprecano le spinte e il dirigente Stefano Menghini dà il via all’ultima fase dei lavori della commissione. Al primo posto c’è ''Gloria'', ha incassato 90 punti e strappato il primo posto. Quel primo posto che gli permetterà di passare dalla carta alle vie di Viterbo. 20 giorni alla squadra di Raffaele Ascenzi e Luigi Vetrani per realizzare il progetto esecutivo. Poi la gara d’appalto europea per individuare il nuovo costruttore.

La nuova Macchina di Santa Rosa è a pianta triangolare. ''Mi sono ispirato al reliquario di Santa Rosa, dove è contenuto il cuore della nostra patrona – racconta Ascenzi -. Alla base, sotto le guglie gotiche, ci sono le fontane. Là dentro metteremo i biglietti che i viterbesi sono soliti lasciare al santuario durante l’anno. Le richieste, le preghiere, i voti. Il tre settembre i facchini porteranno per le vie della città una Macchina viva, contenente i pensieri dei viterbesi. Ogni cittadino, vedendo passare il ''campanile che cammina'' davanti a sé, saprà che là dentro c’è anche la sua richiesta, la sua preghiera''.

Sarà lo stesso Ascenzi a curare la raccolta di questi bigliettini, mettendosi d’accordo nei prossimi giorni con le clarisse che custodiscono il corpo. ''Ci è sembrato un modo per unire la città ancora di più alla Macchina, un modo per rendere il trasporto ancora più vivo. Quando ho pensato a questo progetto ho cercato di pensare a un oggetto spirituale''.

Poi una spiegazione sul nome: ''Gloria come gloria in excelsior. Perché questa Macchina è un riassunto di tanti secoli di trasporti gloriosi con cui i viterbesi hanno portato in trionfo la propria patrona''.





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