ANNO 14 n° 118
Domani pranzo sociale del Sodalizio senza amministratori
Rotta una tradizione lunga cinquant'anni
14/11/2014 - 02:01

VITERBO - Domani il pranzo sociale del Sodalizio dei facchini, il primo della storia senza rappresentanti del Comune di Viterbo tra i commensali. La decisione è stata maturata all’interno della famosa riunione ''dello strappo''. Quella tenuta all’interno dell’ex chiesa della Pace lo scorso 25 ottobre.

Riunione che ha visto i cavalieri di Santa Rosa compatti nell’avviare una fase da separati in casa con Palazzo dei Priori. Si rivedranno quella sera del tre, sotto la nuova Macchina di Santa Rosa. Macchina di cui non parteciperanno, per l’iter deciso dal Comune, alla scelta.

Continua il silenzio di gelo, acuito dalla chiusura del Museo del Sodalizio e da un nuovo fatto: l’amministrazione comunale non ha pagato le targhe commemorative che, durante il pranzo, saranno consegnate ai facchini. Targhe su cui non campeggia il logo del Comune di Viterbo, a differenza di quanto è sempre accaduto.

Quella del pranzo sociale del Sodalizio alla presenza di sindaco, assessori e consiglieri è una tradizione di cinquant'anni che viene meno. Ciqnuant'anni che il Comune lo paga, per ricompensa ai facchini. Cosa che non è avvenuta ancora per il pranzo sociale 2013. Ad affossarla un passaggio del comunicato di fuoco del 25 ottobre: ''Abbiamo deciso che, per protesta, il pranzo sociale, sarà pagato in tutto o in parte da ciascun facchino e che nulla sarà richiesto al Comune, per ovvie ragioni non ci saranno inviti istituzionali''.

L’incontro si terrà a villa Finesterre, tra Vignanello e Fabrica di Roma. Nelle prossime ore potrebbero esserci ulteriori colpi di scena su questa delicata, quanto intricata, vicenda.

Intanto l'altro ieri è arrivata a Viterbo, in missione di pace, la dottoressa Patrizia Nardi. Si tratta della coordinatrice della Rete delle Macchine a spalla. Ha incontrato separatamente il sindaco Leonardo Michelini e il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini, per capire cosa sta accadendo.

Al centro dello strappo le dichiarazioni sul Sodalizio rilasciate da alcuni consiglieri comunali. Il casus belli è stato invece determinato dall’esclusione dei facchini dalla commissione chiamata a decidere il prossimo modello del “campanile che cammina”.





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