ANNO 14 n° 119
Macchina di Santa Rosa verso patrimonio Unesco
Massimo Mecarini nominato referente delle manifestazioni simili al trasporto
11/05/2011 - 04:00

di Alessandra Pinna

La Macchina di Santa Rosa, con le feste della Rete delle grandi Macchine a spalla italiane (i Gigli di Nola, la Varia di Palmi e i Candelieri di Sassari), continua il suo percorso verso il prestigioso riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità. La candidatura delle feste della Rete, infatti, dopo aver superato la verifica della Commissione interministeriale italiana ed essere stata ufficialmente presentata a Parigi nel marzo scorso dall’ambasciatore Maurizio Serra, delegato permanente della Repubblica Italiana all’Unesco, si prepara ad affrontare la prima delle tre fasi previste dalle operazioni di selezione, che si concluderà entro la fine di giugno e avrà lo scopo di ottimizzare, se ce ne fosse bisogno, la proposta di candidatura elaborata dal coordinamento della Rete guidato da Patrizia Nardi, esperta in Progettazione Culturale, progettista e coordinatrice della Rete oltre che responsabile del progetto di candidatura, coadiuvata nella prima fase del progetto “Prospettiva Unesco” dal dott. Francesco D’Uva della IULM di Milano, esperto in Strategie, gestione e comunicazione dei beni e degli eventi culturali.

Buone notizie quindi per la festa dedicata alla santa viterbese, alla quale si aggiunge un’altra novità importante per la città di Viterbo, ossia il fatto che referente per le quattro comunità festive che concorrono a presentare la candidatura è stato indicato, all’interno del dossier presentato, Massimo Mecarini, presidente del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, che sarà interlocutore delle comunità, insieme al coordinamento, per il Segretariato Generale a Parigi.

“Sono molto felice per questa nomina sulla quale la dott.ssa Nardi ha riportato che c’è stata la convergenza delle altre tre comunità gemelle – ha dichiarato il presidente –, non tanto per me, ma perché in questo modo è come se la nostra festa fosse stata riconosciuta un po’ come la capofila delle comunità della rete, ruolo che noi prendiamo con grande serietà e grande responsabilità nel momento in cui dovessimo essere chiamati ad essere portavoce di tutti. L’iter da seguire è ancora lungo - ha continuato Mecarini – la prima fase, quella italiana, è stata brillantemente superata, adesso dobbiamo solo attendere lo sviluppo delle altre fasi – ha concluso il presidente del Sodalizio – sperando che tutto possa andare al meglio”.

Il lungo percorso - che si caratterizzerà per l’impegno delle comunità e delle istituzioni che le sostengono soprattutto alla realizzazione del Piano di Salvaguardia, che sarà guidato dal coordinamento e che avrà lo scopo di valorizzare, promuovere e trasmettere le feste della Rete- era iniziato nel 2005 quando la progettista aveva avviato il dialogo tra le comunità festive attraverso le scuole; successivamente la prospettiva fu recepita dalle amministrazioni comunali delle città delle feste che, con il Protocollo di Nola del giugno 2006, si impegnarono a seguire e sostenere le proprie comunità festive in quello che era un percorso di conoscenza e di promozione culturale e turistica. Della Rete faceva parte fino a poco tempo anche la Festa dei Ceri di Gubbio, uscita lo scorso anno per avviare una candidatura individuale.

Peculiarità della candidatura delle feste della Rete è il fatto di essere una candidatura “tematica”, la prima di beni del patrimonio culturale immateriale di uno stesso Stato Parte che viene presentata al mondo ma, soprattutto, è una candidatura che si caratterizza per l’importante coinvolgimento delle comunità festive, che sono state e saranno le protagoniste dell’intero percorso, accompagnate dalle amministrazioni comunali che sostengono finanziariamente il progetto e che hanno creduto nella forza innovativa della proposta.

Buone possibilità quindi per la Macchina di Santa Rosa anche se qualche settimana fa, in un articolo del Corriere della Sera a firma di Paolo Conti, il ministro del Turismo con delega per la tutela dell’immagine dell’Italia nel mondo, Michela Brambilla, si sarebbe espressa in favore del riconoscimento della pizza napoletana come patrimonio immateriale dell'umanità, eventuale riconoscimento che verrebbe, per ciò che riguarda i cibi della tradizione italiana, dopo quello della Dieta Mediterranea, entrata nella Lista Rappresentativa lo scorso anno.





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