di Alessandro Soli
CIVITA CASTELLANA - Qui a Civita Castellana è divenuto luogo di sport di movimento, salute e socializzazione, palcoscenico stradale unico, un vero e proprio “cult”.
‘A CARRACCIA – La pista di tutti
Non è certo Central Park, dove i newyorkesi fanno il footing mattutino, o lo splendido scenario di Villa Borghese, presa d’assalto dai romani obesi, per smaltire grassi e tossine, ma è semplicemente la località Carraccia di Civita Castellana.
Personalmente ho riscoperto questo luogo dopo tantissimi anni, spinto anch’io dalla necessità di fare un po’ di movimento e, perché no, regalarmi un’ora di salutare relax. E’ un percorso agibile di circa 4 Km, immediatamente a ridosso del centro abitato.
Ancora in aperta campagna, una campagna fatta di piccoli appezzamenti di terra coltivata con viti e ulivi, dove i proprietari sono via via passati dal casaletto per gli attrezzi agricoli a piccole casette, figlie di vari condoni, o a sobrie villette, privilegio di quanti possiedono arre più estese. Negli anni ‘60/’70 era un percorso sterrato, polveroso nel periodo estivo e solcato da rigagnoli e pozzanghere durante l’inverno. Ma per chi praticava atletica, come me, rimaneva pur sempre un posto dove potersi allenare, data la mancanza di piste ed impianti sportivi, a parte il campo Madami, da sempre tempio del calcio. Allora eravamo in pochi, quella zona era quasi disabitata e non recintata, e, correndo, dovevamo difenderci dai latrati minacciosi di innumerevoli cani sciolti che, vedendoci correre, ci si avventavano contro. Ora i tempi sono cambiati, un discreto manto di asfalto ricopre questo anello così caratteristico, che si snoda tra appezzamenti recintati e curati, ora l’abbaiare dei cani relega le nostre paure al di là delle reti e dei cancelli da cui proviene. E’ un footing, o meglio, una camminata ‘casereccia’, perché, a differenza dei cittadini di New York, o dei nostri vicini romani, qui ci conosciamo un po’ tutti e lo scambio dei saluti durante gli incroci, lungo il percorso, assume un valore particolare. Infatti ecco arrivare la casalinga mattiniera con le sue amiche, tutte appesantite da maternità a ripetizione, con problemi di cellulite non indifferenti, poi qualche giovane che invece di camminare, corre agile, con il suo look rigorosamente firmato e, grazie alla sua giovane età, desta l’invidia di chi invece correre non può e arranca trascinando il suo peso. Addirittura non è difficile incontrare qualche amministratore comunale, al quale vorresti sempre chiedere qualcosa, ma poi ci rinunci per rispetto al suo momento di relax e, in cuor tuo, speri che quei movimenti che fa all’aria aperta, gli giovino nelle decisioni che poi prenderà dietro la scrivania. Con passo lento e incerto avanza il cardiopatico per la sua camminata curativa, l’asmatico e il silicotico, costretti a interrompere il loro incedere per fare le varie compensazioni. Insomma è un mondo variegato, è un vero e proprio rito metropolitano, è, come si dice oggi, un avvenimento cult, che è entrato nella mentalità di noi civitonici, forse vedendo proprio le immagini di Central Park o di Villa Borghese, dove tutti corrono e fanno ginnastica in modo quasi maniacale, mentre noi, frequentatori della Carraccia siamo rimasti e ci sentiamo fieri di essere “ruspanti”.
‘A Carraccia
Ormai si tutta asfaltata,
dato che t’anno consorziata.
I cani nun te currino più dietro,
sò recintati, ma te bajino a un metro!
De buche ce ne stanno angora tante,
attento a nun cascacce pe’ sbajio,
speciarmente vicino a ‘o vivaio!
Poi, si per caso piove,
dato che nun porti e calosce,
te tocca pijà a rincorsa pe’ zombà e trosce!
Giovani, vecchi, regazzi e regazzette,
chi cammina, chi curre, chi pedala ‘e biciclette!
Mentre cammini te guardi attorno,
‘ncontri quarcuno e jie dici bongiorno,
quello te guarda e de camminà nun smette,
nun t’à sentito perché ci’à ‘e cuffiette!
Cominci a sudà, te viè ‘o fiatò,
i passi ormai so tanti,
te ne freghi de chi te passa avanti!
Doppo un’ora si fritto,
si contento, ai pure cambiato faccia,
ma soddisfatto d’avè fatto LA CARRACCIA!