ANNO 14 n° 120
Tròili o Troìli? In consiglio comunale è questione di accenti
15/10/2013 - 14:54

VITERBO – Questioni di accenti. Di pronunce e di dialetti. Perché nella Babele del consiglio comunale di Viterbo c’è il rischio d’incappare in qualche errorino di dizione, specie se si è nuovi del posto e non si ha consuetudine con i protagonisti dell’aula, cioè i consiglieri (questo, forse, è un bene). Ma anche agli scivoloni linguistici si può porre rimedio, prima o poi. E così oggi, dopo un mese preciso dal giorno del suo insediamento, e una mezza dozzina di consigli comunali vissuti da segretaria generale, Francesca Vichi è diventata viterbese a tutti gli effetti. Superando finalmente anche il temutissimo esame di “viterbese parlato” (su quello scritto, staremo a vedere).

Per un mese, infatti, la nuova segretaria generale, l’erede di quel Giuseppe Cramarossa andato in pensione lo scorso luglio, ha fatto l’appello in aula, o chiamato i consiglieri per le votazioni, commettendo qualche gaffes di pronuncia. Roba veniale, intendiamoci: non è che sui nomi dei consiglieri c’è l’accento, e poi alla fine uno li pronuncia come vuole, e in fondo la dottoressa Vichi è appena arrivata (primo consiglio il 17 settembre scorso), prima stava a Frosinone e prima ancora a Todi e a Marsciano e a Somaglia, Lodi, dove c’è pure un ottimo autogrill sull’A1. Perciò, perdonatissima per qualche erroruccio veniale, sdrucciolo, bisdrucciolo, piano o tronco. Anche se poi, quando pronunciava Toìli (Arduino, gagliardo esponente bagnaiolo del Pd) invece di Troili, dall’aula si sollevavano sommesse e irrispettose risatine. Così pure quando le usciva fuori Gàlati invece di Galàti, giusto per par condicio metrica. Segno che persone e pronunce da queste parti popolari – per motivi sconosciuti – potevano risultare ostiche a chi proviene da oltre il casello di Orte.

Nel consiglio di oggi, infine, la ribellione di Troili: “Io veramente mi chiamo Troili”. Un gesto di orgoglio troppo facile da associare al Fantozzi della corazzata Potemkin. Ma che comunque è servito, visto che la segretaria generale si è subuto corretta e, anche nelle successive “chiame” non ha più commesso errori. Benvenuta a Viterbo, e grazie, dottoressa Vichi. Anzi, Vichì.

 





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