ANNO 14 n° 119
Passa a maggioranza la relazione di Ricci sul centro storico
18/03/2014 - 15:37

VITERBO - A cosa serve fare un consiglio comunale sul centro storico dopo che A) Uno sullo stesso tema era stato fatto già in autunno, con una relazione programmatica dell'assessore Ricci votata all'unanimità. B) Appena venerdì scorso la giunta aveva annunciato in una conferenza stampa i ritocchi alla viabilità dopo le polemiche delle tre settimane di prova?

A cosa serve fare un consiglio straordinario sul centro storico se poi alla fine ci si ritrova a parlare solo tra consiglieri, senza commercianti, residenti, lavoratori che nel centro storico ci stanno? Ah, giusto, alla maggior parte dei negozianti è bastato – e avanzato – la vittoria di Pirro, anzi di via Cavour. Contenti loro: ma i problemi del centro mica finiscono lì, a quella transenna...

Ancora, e soprattutto: a cosa serve fare un consiglio comunale sul centro storico se alla prima chiama la maggioranza non arriva neanche al numero legale? L'opposizione è lesta a fare i conti (Santucci deve avere un qualche algoritmo dentro la testa, o un'apposita App) e quindi esce dall'aula. La prima chiama va a vuoto, mezz'ora dopo, con l'arrivo di un paio di consiglieri, la faccia almeno è salva, e si può cominciare.

Non che cominci un grande spettacolo. C'è l'assessore Ricci che snocciola la sua relazione, infarcita delle stesse cose ascoltate mille volte negli ultimi mesi (tanto che, a risentirle, pare quasi che siano già realizzate, e invece no). Alvaro piuttosto Corsaro si difende preventivamente dalle critiche: “Siamo partiti dalla mobilità perché da qualche parte bisogna pur partire, e per l'amministrazione la viabilità è un aspetto fondamentale della riqualificazione del centro. Un modo per dare certezze”. Fa paragoni: “I parcheggi sono un problema. Avremmo potuti farli quando c'erano i soldi, negli anni Ottanta e Novanta: allora però furono fatte altre scelte, e oggi i soldi pubblici non ci sono più. Bisogna trovare una sinergia coi privati, mi auguro che accada con i progetti preliminari d'intervento, che presenteremo a breve”. Si batte il petto: “Rivendico l'intervento sulla viabilità del centro storico, perché almeno ha creato discussioni e polemiche, ha messo il centro al centro dell'attenzione. E' già un risultato, anche se ho fatto troppo poco”. Si sfoga: “Non nascondo di sentire la pressione di questa storia su di me, una pressione anche fisica. Ma attenzione, non sono il sindaco del centro storico. Il sindaco è uno solo”.

Bene. Tutte cose vecchie come il cucco. Così come le questioni pratiche, le “meno tasse per tutti (quelli del centro storico)”; la ztl a via Cavour che serviva per unire materialmente la ztl di via San Lorenzo a via Roma e al Corso; l'interesse per mettere gratis la prima mezz'ora di parcheggio (ma servono accorgimenti tecnologici); liberare i portici sotto il Comune; tenere libere sine die le piazze e le fontane.

Questo dice Ricci, per l'ennesima volta, questo rivendica, questo argomenta, e da un punto di vista logico non fa una piega. Peccato che sia solo quando lo dice: il sindaco ascolta e non interviene, la vicesindaco idem con patate, Saraconi (Lavori pubblici, mica bruscoli) arriva tardi, Barelli (attività produttive) ancora più tardi, Delli Iaconi ad un certo punto s'alza e se ne va.

Tocca ai pesi piuma della minoranza – Simoni, Moricoli, Troili – dare tutto il loro appoggio ad Alvaro, e figuriamoci. E anche a quelli della minoranza, che avendo votato pure loro le linee programmatiche dello scorso ottobre, ora non possono mica ribaltare posizione: “Riconosco a Ricci di aver posto la questione” (Frontini, Viterbo 2020); “Ringrazio l'assessore per aver intrapreso questo percorso. Oggi il centro storico chiuso è solo un alibi per i commercianti” (Ubertini, Forza Italia).

Anche se non risparmiamo bordate: Giulio Marini è andato a ripescare un ordine del giorno del 2007, approvato all'unanimità, che revoca la prima ztl a via San Lorenzo “in attesa di interventi radicali per traffico, trasporti pubblici e parcheggi”. A firmarla anche qualche consigliere di oggi. Poi l'ex sindaco spiega le cose fatte da allora, con e senza soldi del Plus. Come dire: se oggi Ricci può chiudere una parte del centro e pensare di riqualificarne la maggior parte è merito del centrodestra. “Il problema è come farlo”, conclude Marini. E Buzzi, di Fratelli d'Italia: “Questa giunta è renziana, nel senso che si limita agli annunci, proprio come Renzi”. Per i fatti, ripassare più tardi.

Filippo Rossi strappa un po' di meraviglia quando lascia il banco della presidenza e parla da semplice consigliere di Viva Viterbo, attaccando la mostra di Sebastiano del Piombo non in quanto tale (e ci mancherebbe) ma perché “non pubblicizzata a Roma”. Vero. Parla di turismo esperienziale, per eventi, e non più o non soltanto per vedere le bellezze del luogo. Arivero. E di conseguenza bisogna ripensare il centro per il turismo e agire di conseguenza. Sacrosanto. Ma è anche sacrosanto che all'epoca l'assessore alla Cultura era espresso proprio dal suo partito, e che comunque un presidente del consiglio eletto con una certa maggioranza che spara contro la sua ditta fa sempre un bell'effetto, e lascia aperte varie interpretazioni politiche per le prossime puntate.

Morale della favola: la minoranza (Cinque Stelle escluso) presenta un ordine del giorno, bocciato dalla maggioranza per evidenti ragioni di pan per focaccia dopo la mancanza del numero legale iniziale. Passa invece il voto sulla relazione orale di Ricci, che però s'imbatte in qualche franco tiratore tra Oltre le mura e Lista civica. E meno male che la maggioranza era compatta.





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