ANNO 14 n° 119
Riazzerare la giunta per salvare Meroi
15/01/2014 - 00:00

VITERBO – Diciotto giorni. Si possono fare tante cose, in diciotto giorni: una bella vacanza alle Maldive, un ottavo di finale di Champions league (gara d'andata e quella di ritorno), persino ottenere qualche pratica nella giungla di un ufficio pubblico. E' tutto da vedere, però, se in diciotto giorni si riuscirà a ricomporre la frattura che ha portato sull'orlo del baratro la Provincia di Viterbo. E se dunque si riuscirà a convincere – coi fatti, non con le chiacchiere – il presidente Marcello Meroi a ritirare le dimissioni. Le ha presentate lunedì, rispettando una promessa (“Se la maggioranza non trova l'accordo, lascio”) e c'è tempo fino al 2 febbraio per evitare che si esaurisca il tempo previsto dalla legge.

Gli incontri si susseguono. Sul tavolo c'è sempre la stessa questione: ridurre le spese dell'ente. Il Nuovo Centrodestra la promuove attraverso la riduzione degli assessori, dai sette attuali a cinque, in prospettiva di un futuro ridimensionamento delle competenze della Provincia. Gli altri bracci della maggioranza diffidano, e rilanciano. Diffidano del Ncd perché ritengono la proposta come un modo neanche troppo velato per colonizzare definitivamente palazzo Gentili, unico campo di battaglia dove ancora si può giocare una partita, visto che in Comune gli alfaniani neanche ci sono (o se ci sono, per ora sono rimasti ben coperti...) e pure il buon Sabatini in Regione è all'opposizione. Allo stesso tempo, Udc, Fratelli d'Italia e gruppo misto però rilanciano, sposando la causa della spending review ma attraverso l'abbattimento delle spettanze, a partire dagli stessi assessori e dal presidente del consiglio. Su questo, però, hanno trovato e continuano a trovare il niet deciso del Nuovo Centrodestra.

Come sbloccare allora i rispettivi arroccamenti? Come uscire dalla situazione senza perdere quella poca dignità rimasta? Una delle ipotesi sulla quale si sta lavorando, e che entro la fine della settimana potrebbe finire sul tavolo dello stesso Meroi, prevede un azzeramento della giunta. Col presidente dimissionario che s'impegna, entro questi diciotto giorni, a riformulare la sua squadra (anche mantenendo tutti o parte degli assessori di oggi), fissare nuovi provvedimenti per limitare le spese, e poi di presentare tutto al gradimento dell'assemblea. Mettendoci ancora una volta la faccia: o la votate, oppure mi sfiduciate. Col voto palese, a quel punto, si saprebbe chi davvero rema contro e quali amministratori invece intendono provare ad arrivare a fine legislatura. Con la possibilità di continuare a governare, di affidare i fondi disponibili (11 milioni, tra mutui per strade e scuole e risarcimenti per l'alluvione del 2012) e di salvare quella quarantina di precari che a fine gennaio rischiano di saltare.

Qualora invece mancassero i numeri, la Provincia andrebbe a casa, sarebbe commissionariata e pace. Ma almeno si saperebbe chi è stato a firmare la sua condanna, con nomi, cognomi e partiti di appartenenza. Con appuntamento alle prossime elezioni.





Facebook Twitter Rss