ANNO 14 n° 118
Provincia, ultima notte di trattative
Meroi cerca un difficile accordo con la maggioranza frammentata e litigiosa
Se dovesse fallire nominerà subito una giunta di esterni, già pronti i nomi
02/02/2014 - 20:58

 

VITERBO - La soluzione della crisi in Provincia passa anche attraverso la notte. Non sono bastati infatti venti giorni tondi tondi alla maggioranza per trovare un accordo sul taglio alle spese della giunta e delle commissioni e per convincere il presidente Meroi a ritirare le dimissioni presentate il 13 gennaio scorso. Così anche nella notte tra domenica e lunedì i rappresentanti di Nuovo Centrodestra, Fratelli d'Italia e Udc si stanno confrontando per arrivare ad un punto d'incontro, presentare la soluzione al presidente e salvare la faccia.
Se ciò non dovesse accadere - come è probabile - ecco che Meroi comunque ha pronto un piano B, affinato negli ultimi giorni quando l'ex sindaco e deputato ha capito che la pace tra i tre partiti che lo sostengono era molto difficile - se non impossibile - da raggiungere. Anche l'ultima ipotesi sulla trattativa (giunta congelata fino a giugno) ha trovato molte resistenze.
Ecco allora che il presidente, ritirate le dimissioni e dopo essersi rilassato in serata con Juventus - Inter, lunedì mattina convocherà una conferenza stampa per spiegare come procederà. E cioè con la nomina di una giunta a quattro, composta da tecnici, personaggi credibili e dalle indiscusse doti professionali, con la quale andare avanti, magari rimediando anche l'appoggio della minoranza. Una sorta di 'governo del presidente', insomma, soluzione di certo poco frequente ma che, oltre a rappresentare un segnale di autonomia da parte di Meroi, consentirebbe di portare a termine la legislatura (scadenza nel 2015) e di provvedere agli interventi previsti, più o meno urgenti, per i quali le casse provinciali sono già attrezzate. Si va dall'ultima emergenza maltempo (per la quale la Provincia ha già stanziato 300mila euro) alle opere su strade e scuole fino alla gestione dei fondi per i danni dell'alluvione del 2012. Tutte cose da fare subito, e sicuramente più importanti delle beghe e delle ripicche di partiti e partitini.

VITERBO - La soluzione della crisi in Provincia passa anche attraverso la notte. Non sono bastati infatti venti giorni tondi tondi alla maggioranza per trovare un accordo sul taglio alle spese della giunta e delle commissioni e per convincere il presidente Meroi a ritirare le dimissioni presentate il 13 gennaio scorso.

Così anche nella notte tra domenica e lunedì i rappresentanti di Nuovo Centrodestra, Fratelli d'Italia e Udc si stanno confrontando per arrivare ad un punto d'incontro, presentare la soluzione al presidente e salvare la faccia.Se ciò non dovesse accadere - come è probabile - ecco che Meroi comunque ha pronto un piano B, affinato negli ultimi giorni quando l'ex sindaco e deputato ha capito che la pace tra i tre partiti che lo sostengono era molto difficile - se non impossibile - da raggiungere. Anche l'ultima ipotesi sulla trattativa (giunta congelata fino a giugno) ha trovato molte resistenze.

Ecco allora che il presidente, ritirate le dimissioni e dopo essersi rilassato in serata con Juventus - Inter, lunedì mattina convocherà una conferenza stampa per spiegare come procederà. E cioè con la nomina di una giunta a quattro, composta da tecnici, personaggi credibili e dalle indiscusse doti professionali, con la quale andare avanti, magari rimediando anche l'appoggio della minoranza. Una sorta di 'governo del presidente', insomma, soluzione di certo poco frequente ma che, oltre a rappresentare un segnale di autonomia da parte di Meroi, consentirebbe di portare a termine la legislatura (scadenza nel 2015) e di provvedere agli interventi previsti, più o meno urgenti, per i quali le casse provinciali sono già attrezzate.

Si va dall'ultima emergenza maltempo (per la quale la Provincia ha già stanziato 300mila euro) alle opere su strade e scuole fino alla gestione dei fondi per i danni dell'alluvione del 2012. Tutte cose da fare subito, e sicuramente più importanti delle beghe e delle ripicche di partiti e partitini.





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