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Crisi in Provincia, Battisti (Pd): ''Istituzione umiliata, mi dimetto''
07/02/2014 - 00:00
Bengasi Battisti
VITERBO - ''Voglio associarmi al grido di indignazione di tante persone rassegnando le mie dimissioni da consigliere provinciale. Il mio gesto non è una fuga, ma, al momento, l’unico modo per rispettare i miei elettori''. Così si conclude la lettera con cui Bengasi Battisti (Pd), sindaco di Corchiano, annuncia di abbandonare senza alcun rimpianto il suo scranno a Palazzo Gentili.
''Un'istituzione - scrive Battisti - è tale se è luogo di rappresentanza dei territori, è autorevole se rappresenta spazi di partecipazione delle cittadine e dei cittadini, è viva se tutela i beni comuni, è riconoscibile se interpreta i desideri e contribuisce a scrivere un futuro. E’ soprattutto utile - prosegue - se affronta la cura quotidiana della nostra terra e del nostro patrimonio, è produttiva se si occupa di strade, di ambiente, di gestione dei rifiuti e del governo delle acque''.
Al contrario, ad avviso di Battisti, '' è umiliata se si riduce a palazzo dove si esercita quotidianamente la sterile e dannosa attività delle affermazioni personali e della ricerca del privilegio''. Ed è proprio quello che avviene da ormai troppo tempo a Palazzo Gentili, perennemente in crisi a causa delle lotte di potere in quel che resta del centrodestra.
Assisto da troppo tempo - argomenta Battisti - a continui litigi e conflitti che hanno il solo scopo di occupare spazi di governo con finalità di affermazione del singolo e di inaccettabile indifferenza per le comunità. In questo momento difficile per tante persone trovo intollerabile la zuffa quotidiana sul numero di assessorati''.
La conclusione è conseguente: le dimissioni.
CORCHIANO - ''Voglio associarmi al grido di indignazione di tante persone rassegnando le mie dimissioni da consigliere provinciale. Il mio gesto non è una fuga, ma, al momento, l’unico modo per rispettare i miei elettori''. Così si conclude la lettera con cui Bengasi Battisti (Pd), sindaco di Corchiano, annuncia di abbandonare senza alcun rimpianto il suo scranno a Palazzo Gentili.
''Un'istituzione - scrive Battisti - è tale se è luogo di rappresentanza dei territori, è autorevole se rappresenta spazi di partecipazione delle cittadine e dei cittadini, è viva se tutela i beni comuni, è riconoscibile se interpreta i desideri e contribuisce a scrivere un futuro. E’ soprattutto utile - prosegue - se affronta la cura quotidiana della nostra terra e del nostro patrimonio, è produttiva se si occupa di strade, di ambiente, di gestione dei rifiuti e del governo delle acque''.
Al contrario, ad avviso di Battisti, ''un'istituzione è umiliata se si riduce a palazzo dove si esercita quotidianamente la sterile e dannosa attività delle affermazioni personali e della ricerca del privilegio''. Ed è proprio quello che avviene da ormai troppo tempo a Palazzo Gentili, perennemente in crisi a causa delle lotte di potere in quel che resta del centrodestra.
''Assisto da troppo tempo - argomenta Battisti - a continui litigi e conflitti che hanno il solo scopo di occupare spazi di governo con finalità di affermazione del singolo e di inaccettabile indifferenza per le comunità. In questo momento difficile per tante persone trovo intollerabile la zuffa quotidiana sul numero di assessorati''.