ANNO 14 n° 118
''Rsa, siamo considerati
meno dei cani''
Rischio concreto di una bomba sociale: ''Dovremo vendere casa e dormire in macchina''
08/06/2016 - 02:00

di Roberto Pomi

VITERBO – ''Ci stanno lasciando soli, i nostri parenti ricoverati nelle Rsa sono considerati meno dei cani'', è lo sfogo di un figlio che dal 2014 ha la madre ricoverata a Villa Immacolata. ''E’ da un anno e mezzo che l’amministrazione comunale ci sta prendendo in giro – continua -. Grandi pacche sulle spalle, rassicurazioni soprattutto dal sindaco Michelini, e poi vogliono approvare un regolamento che di fatto ci taglia le gambe''.

Il suo è un caso tipo, ma ci sono un centinaio di famiglie viterbesi che stanno andando avanti con una spada di Damocle che gli penzola sopra la testa. All’origine del tutto la decisione della Regione Lazio di non sostenere più le persone in Rsa. Tutto è ricaduto sulle spalle dei comuni, che devono fare i conti con il bilancio. Così a Palazzo dei Priori hanno pensato di poter fare fronte a un sostegno che nel 2014 richiedeva risorse pari a un milione e 890mila euro con appena 450mila. Una coperta ridotta a un quarto. Come dire che in molti resteranno scoperti.

Il regolamento che l’amministrazione vorrebbe far approvare fissa dei contributi per fasce di reddito: chi ha un Isee tra zero e 4mila euro avrà un sostegno di 500 euro, da 4mila a 8mila 350 euro e da 8mila a 13mila pari a 150 euro.

Abbiamo contattato un signore, che in questo casino ci sta dentro fino al collo. ''Sono disoccupato da quattro anni e vivo con i miei genitori. Nel 2014 mia madre si è ammalata gravemente ed è ricoverata a Villa Immacolata. A casa nostra entrano 1.900 euro al mese: 500 di pensione minima di mia madre, 508 di accompagno e 900 euro la pensione di mio padre. Abbiamo una casa di proprietà e questo fa salire l’Isee. Se non trovano una soluzione per sostenerci ci spingeranno a vendere casa e andremo a dormire in macchina''.

La retta della Rsa per i casi gravi ammonta a 59,20 euro al giorno, circa 1.800 euro al mese. Per i meno gravi parliamo di 49 euro al giorno, pari a 1500 mensili. I conti sono presto fatti. Senza considerare che ogni famiglia rimasta invischiata in questa situazione ha già accumulato un debito. ''Nel mio caso devo dare già 22mila euro, siamo rovinati'', continua il nostro caso tipo. E’ sconfortato, come tutti i familiari di persone ricoverate in queste strutture.

''Capisco tutto, anche che non ci sono soldi in bilancio. Ma non trovarli significa abbandonarci a un destino terribile. E sembra assurdo chiudere la porta a cittadini con questo tipo di situazioni e spendere soldi pubblici per altro. Siamo considerati meno dei cani, per i canili infatti si spendono 700mila euro all’anno. Sarà pure giusto ma lo trovo assurdo''.

Intanto martedì la commissione torna a incontrarsi con dei rappresentanti delle famiglie, raccolti nell’associazione Aforsat. Anche se sembra già deciso che non saranno accettate le proposte del Comune.





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