ANNO 14 n° 119
''No all'elemosina, sì il rispetto della legge''
Calcagnini (Aforsat): ''Se non segue le norme, impugneremo il regolamento''
02/11/2015 - 22:04

VITERBO - Si infuoca il dibattito sulle Rsa. Dopo i passaggi in quarta commissione consiliare, nei giorni scorsi, della bozza di regolamento che dovrebbe stabilire i dettami dell'erogazione dei contributi per gli utenti con reddito inferiore ai 13 mila euro, interviene l'associazione Aforsat, che preannuncia già un nuovo ricorso contro il futuro provvedimento comunale, qualora esso non fosse in linea con le disposizioni della legge regionale 98 del 2007. Un regolamento su cui pesano molte incognite e che comunque sembra destinato a vedere la luce nel 2016, dato che il 2015 sta per volgere ormai al termine.

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''Non vogliamo l'elemosina, le famiglie non chiedono all'amministrazione comunale 150 o 300 euro per sè. Chiedono solo, a buon diritto, che sia applicata la norma regionale, la quale prevede non che il Comune elargisca fondi ai malati e ai loro parenti, ma che contribuisca a pagare le rette alle strutture. Mi pare, però, che a Palazzo dei Priori non lo abbiano ancora ben chiaro, dato che di queste disposizioni non tengono conto nè la delibera comunale 142 del 29 aprile 2015 nè, mi pare, la bozza di regolamento su cui discute la commissione. Stiano sereni, i consiglieri, la giunta e gli uffici, si risparmino il lavoro: non c'è necessità di regolare alcunché, basta solo applicare la legge''. E' molto chiara Maria Laura Calcagnini, presidente dell'Aforsat, che ribadisce la posizione dei circa 150 assistiti che hanno richiesto il contributo del Comune, se lo sono visto negare e ora a tal proposito sono in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato.

''Lo dico chiaro sin da subito - continua Calcagnini -, se tale regolamento non rispetterà la legge regionale 98 del 2007 lo impugneremo davanti al giudice come fatto con la delibera comunale 142 del 29 aprile 2015. Siamo consapevoli dei problemi derivati dal taglio dei fondi da parte della Regione Lazio, capiamo l'esigenza di far quadrare il bilancio comunale, ma se Viterbo non ha fatto opposizione al colpo di scure di Zingaretti mica siamo responsabili noi cittadini che le tasse le paghiamo comunque e vorremmo avere i servizi a cui abbiamo diritto. Sono gli Enti interessati a dover dialogare tra loro per trovare la soluzione sulle risorse, non si può certo pensare che certi gap nella gestione della cosa pubblica debbano pagarli ancora una volta le fasce più deboli della popolazione''.

Mentre in Comune è aperta la discussione su quali e quanti fondi, disponibili in cassa o da reperire a seguito di nuove manovre economiche, poter utilizzare per superare la vertenza Rsa, gli associati Aforsat, attraverso i loro avvocati, hanno inviato diffide ai Caf, all'Inps e alle strutture sanitarie assistenziali che ospitano i malati al fine di lamentare errori nel calcolo Isee. ''Questo disguido purtroppo si è creato dopo l'introduzione a gennaio del nuovo Isee e la conseguente pronuncia del Tar che ne ha sospeso alcuni effetti - aggiunge Calcagnini -. Nella pratica sono stati alterati molti indicatori degli assistiti che magari in questo modo sono finiti sopra al tetto dei 13mila euro. Con tutte le nefaste conseguenze che conosciamo. La situazione è già molto complessa di suo, ci sono ricorsi pendenti, sarebbe opportuno risparmiare all'Aforsat e ai suoi soci nuove battaglie in tribunale. Che però ci saranno - conclude - se neanche il regolamento rispetterà la legge''.





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