ANNO 14 n° 119
Aforsat diffida il Comune di Viterbo
Laura Calcagnini: ''State creando il panico nelle famiglie, ritirare la delibera''
06/11/2015 - 12:04

di Roberto Pomi

VITERBO - ''Ho inviato stamattina un diffida al Comune di non applicare la delibera 142 e non approvare il regolamento'', apre così le danze Laura Calcagnini in quarta commissione.

E' ascoltata in quanto rappresentante Aforsat, portavoce delle oltre cento famiglie che si trovano in difficoltà serie a seguito delle recenti decisioni maturate dall'amministrazione. ''Questa delibera è peggiorativa e faremo ricorso. Alle persone proprietarie di casa o con soldi pochi soldi in banca (il tetto è di 3mila euro) si vuole negare il contributo dell'amministrazione comunale. Voi avete fatto una delibera che va al di fuori della delibera nazionale. Nella stessa delibera avete detto che farete un regolamento, non lo fate che impugniamo pure quello''.

La questione è delicatissima. Si parla di famiglie su cui si sta scaricando problemi enormi. Tra l'altro con una serie di errori. ''I pronunciamenti del Tar dicono che le pensioni risarcitorie non fanno reddito. Abbiamo fatto la diffida ai Caf perché hanno fatto modelli Isee sbagliati. Le indennità risarcitorie non vanno nel reddito'', puntualizza la Calcagnini.

La stessa rilancia: ''Il Comune sta creando il panico in tutte le famiglie. Che volete fare con questa delibera: vi sa ora di ritirarlo o no? Queste persone hanno nell'Isee compresa la casa, se rientrano nei 13mila euro perché il Comune si arroga il diritto di dire ti vendi la casa e finché non hai finito i soldi non ti diamo niente? I ricoveri in Rsa sono inoltre provvisori, i pazienti potrebbero ritornare a casa. Non sono persone di cui i famigliari se ne vogliono fregare''.

Intanto le famiglie stanno pagando 9mila euro di causa, stanno spendendo altri soldi per il ricorso al presidente della Repubblica. In commissione la politica discute, ma la questione resta sempre lì mentre le strutture scrivono alle famiglie che in caso di non pagamento entro 5 giorni dovranno riportarsi a casa il famigliare.





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