ANNO 14 n° 118
Rsa, i pazienti messi in mora
La lettera di una residenza ad un ospite: ''Se non paga andiamo in tribunale''
05/11/2015 - 21:46

di Andrea Arena

VITERBO – Un debito di 3500 euro e dunque via: o saldi entro cinque giorni – soldi in bocca – oppure ti cacciamo, e magari ti facciamo anche causa. La vicenda delle Rsa, le residenze sanitarie assistenziali, e dei loro pazienti residenti nel territorio comunale di Viterbo, al di là delle chiacchiere e delle speculazioni politiche, poi alla fine si risolve in una lettera: gelida, spietata, tremendamente reale.

E' la prima missiva del genere, dopo che Palazzo dei priori, con la delibera 142 del 29 aprile (firmata dal sindaco Michelini, che allora aveva l'interim dell'assessorato ai Servizi sociali) avverte i pazienti e le loro famiglie: dal 1 gennaio scorso, se avete un reddito annuale minore ai 13mila euro, se averte soldi in banca o se siete proprietari di un immobile – si diceva in soldoni – il Comune non contribuisce più a pagare le vostre rette'. Senza questo contributo, e considerato che nel nuovo calcolo del reddito (modello Isee, approvato dal Governo Letta) va calcolato anche l'accompagno, oltre un centinaio di persone (e di relative famiglie) si sono ritrovate nei guai nel capoluogo.

E adesso, dopo che la politica politicata ancora non è riuscita ancora a risolvere la questione – trovando i soldi a copertura, s'intende – si arriva all'atto peggiore. L'avviso di sfratto, riportato in questa lettera della quale Viterbonews24 è venuto in possesso. Si tratta della comunicazione ufficiale, in freddo gergo burocratese, inviata dalla dirigenza di una Rsa ad un paziente, viterbese, residente al Pilastro. Una persone che, senza contributo del Comune, non è riuscito a far fronte al pagamento delle rette. Mese dopo mese, il suo debito è cresciuto, fino ad arrivare a 3500 euro. E a generare la lettera dei vertici della struttura: se non paghi entro cinque giorni ti mettiamo in mora, avviamo un'azione legale nei tuoi confronti (''Con aggravio ti spese a suo esclusivo cartico''), si specifica. E dunque ti sfrattiamo.

La contromisura, va sottolineato, è perfettamente legale e lecita. Così come va precisato che le Rsa sono anch'esse vittime di questa drammatica situazione: sono strutture private che operano per il profitto, e se a fine mese (o mese dopo mese) non incassano quanto dovuto – siano soldi dei privati cittadini ospiti o quelli dei contributi pubblici – falliscono come qualsiasi impresa. Perciò, dopo aver tollerato, o subito, anche loro questa situazione debbono comunque correre ai ripari, tutelare i propri interessi. Anche a costo di avere qualche peso in più sulla coscienza, vedi questa lettera. E però, leggerla così, e capire che dietro quelle parole c'è una persona malata che, se non paga, si ritroverà entro la settimana in mezzo ad una strada, senza aiuto, deve far riflettere. Anche questa politica viterbese che non solo ha provocato il disastro, ma che immersa tra le chiacchiere e gli incontri formali (oggi se ne parlerà in commissione, martedì è previsto un summit in Regione, con l'assessore al Bilancio della giunta Zingaretti, il sindaco Michelini e il dirigente dei Servizi sociali) ha lasciato che tutto questo accadesse. Qui, adesso.





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