ANNO 14 n° 120
''Più certezze meno chiacchiere''
Dopo il sit-in i dipendenti di Villa Buon Respiro chiedono un incontro in Prefettura
30/11/2012 - 04:00

VITERBO - E' partito questa mattina da Porta Romana, ore 9, il corteo che terminerà a piazza del Plebiscito e che vede protagonisti i dipendenti e i familiari dei pazienti di ''Villa Buon Respiro'', il centro di riabilitazione di Viterbo, appartenente al Gruppo San Raffaele, a rischio chiusura vista la mancanza di finanziamenti da parte della Regione Lazio. 

Dopo il sit-in durato diversi giorni davanti la struttura sanitaria, i rappresentanti sindacali oggi dovrebbero essere ricevuti dal prefetto Antonella Scolamiero, dal sindaco di Viterbo Giulio Marini e dal presidente della Provincia Marcello Meroi per discutere le sorti del centro in grado di effettuare prestazioni per 230 utenti e in cui lavorano 180 dipendenti, tra strutturati e collaboratori, con un indotto di circa 120 operatori.

La protesta potrebbe continuare anche con un sit-in davanti al palazzo della Prefettura con i sindacati che hanno già avvisato che ''da Villa Buon Respiro non si muoverà nessuno. Siamo pronti anche alle barricate all’ingresso della struttura sanitaria''.

Ieri mattina, intanto, consiglieri regionali, insieme ai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl ai lavoratori e a diversi rappresentanti istituzionali hanno manifestato davanti la sede della Regione Lazio, per protestare non solo contro la chiusura di Villa Buon Respiro ma anche del San Raffaele di Cassino. 

''Forte preoccupazione per la situazione di grave crisi di molte imprese sanitarie accreditate del Lazio'' è stata poi espressa da Unindustria, che ha sollecitato la Pisana ''affinché fornisca, alle necessarie riforme del Sistema Sanitario Regionale, il supporto di una chiarezza sui conti che ancora non c'é, come testimoniano i richiami del tavolo interministeriale che non sblocca i finanziamenti per la Regione''.

''Confidiamo nella competenza del Commissario Bondi - ha poi aggiunto -affinché acceleri la soluzione di questa vicenda e scongiuri queste tensioni sociali di cui certo la Regione Lazio non ha bisogno''.





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