ANNO 14 n° 118
Nel gruppo Pd è di nuovo il momento della conta
Sei consiglieri comunali a sostegno
della posizione del capogruppo Serra
10/05/2015 - 20:02

VITERBO - ''Serra gode della nostra totale ed incondizionata fiducia''. Parole e musica dei seguenti consiglieri comunali del Pd, citati in rigoroso ordine alfabetico: Patrizia Frittelli, Melissa Mongiardo, Mario Quintareli, Arduino Troili, Alessandra Troncarelli, Marco Volpi. Insomma, tanto per essere chiari, la frangia dei non fioroniani che declama il seguente peana dell'attuale capogruppo: ''Gli va riconosciuta la linearità e la lealtà al Pd e alla coalizione di centrosinistra, a cominciare dalle primarie e poi nel sostegno pieno come capolista, con il più alto contributo elettorale, nel sostenere sempre con coerenza e trasparenza le ragioni programmatiche e gli obiettivi di cambiamento per la città e le frazioni. E’ sotto gli occhi di tutti la scelta chiara e netta di Francesco sin dall’insediamento dell’amministrazione, condivisa col gruppo, per un ruolo che privilegiasse un contributo di idee e proposte piuttosto che l’occupazione delle cosidette poltrone''.

''Ad oggi - aggiungono i sei - è evidente un deficit di realizzazioni e una distanza tra le attese dell’elettorato e le capacità di farle proprie da parte dell’amministrazione, che il gruppo non può non avvertire e raccogliere ed esternare. Francesco, nel ruolo di capogruppo, con trasparenza e correttezza, ha trasferito da tempo tali questioni nelle sedi proprie del gruppo, del partito, e soprattutto nel consiglio. Le lamentazioni personali di alcuni consiglieri del Pd di mancato coinvolgimento appaiono contraddittorie e strumentali, avendo disertato la riunione del gruppo opportunamente convocata da Serra proprio per una discussione sulle tematiche amministrative generali, e servono solo a sottolineare protagonismi''.

La conclusione? 'Siamo consapevoli di essere ad un passaggio cruciale del’esperienza amministrativa; proprio per questo siamo convinti e determinati nel trovare stavolta una soluzione vera, realmente condivisa e all’altezza delle questioni aperte''.

Presa di posizione chiara che presuppone uno socntro all'arma bianca nel gruppo. A questo punto inevitabile fare due conti: i 6 firmatari della nota sommati allo stesso Serra portano ad un totale di 7 su 12 (gli altri 5 sono, sempre in ordine alfabetico, Daniela Bizzarri, Augusta Boco, Aldo Fabbrini, Martina Minchella e Cristian Scorsi). Se ne vedranno dunque delle belle nella riunione di domani dell'Unione comunale dei democrat, dove i seguaci dell'ex ministro sono in maggioranza. Guerra aperta, dunque, e posizioni che al momento sembrano abbastanza inconciliabili visto che il sindaco Michelini non perde l'occasione di rivendicare a se stesso e alla sua maggioranza realizzazioni importanti.

Ma la domenica non scorre invano. Melissa Mongiardo prende carta e penna per un comunicato che non suonerà come musica celestiale alle orecchie del primo cittadino: ''Dispiace vedere come all’ennesima – malaugurata – crisi di maggioranza - si legge - facciano prima a rincorrersi a mezzo stampa le schermaglie tattico-politiche che le proposte concrete per poter superare un momento cruciale per la nostra amministrazione. All’indomani delle elezioni provinciali – momento più temuto che atteso, caricato da ciascuna delle parti in commedia di non ben precisate aspettative – si è vertiginosamente incrinato un equilibrio che evidentemente era più precario del previsto. Fa male vedere come purtroppo, all’inconsistenza del confronto politico si sopperisca con una sistematizzata denigrazione dell’avversario che, come ormai amaramente sta diventando prassi, è sempre più spesso il compagno (non nell’accezione ideologica del termine) di partito o di maggioranza''.

''Il conseguente risultato - scrive ancora Mongiardo - è che una fase delicata come quella che stiamo vivendo venga - in virtù di una scomposta raffica di proclami - ridotta e riprodotta dagli osservatori della politica, dai giornali, dai cittadini come una mera guerra di posizionamento e di correnti che traduce all’esterno l’idea di essere impegnati a fare politica non nell’interesse di qualcuno (i cittadini) ma contro qualcun altro che con te è chiamato ad amministrare. E mentre le cronache cittadine sono – per colpa certo di un nostro atteggiamento – impegnate a capire a quale area politica afferisce questo o quel consigliere per stabilire da quale lato pende il piatto della bilancia, la politica – nel senso aristotelico del termine – non si è mai affacciata nel dibattito e la città è qualcosa di molto nebuloso che rimane sullo sfondo''.

E qui arriva la battuta più pesante: 'Se, a due anni dal nostro insediamento, proviamo ad uscire per strada e a chiedere ad un qualsiasi cittadino cosa ricorda del nostro operato, sono amaramente certa che prima delle considerazioni di natura politico - amministrativa sulla città, alla sua mente accorerrano i dissidi e la schermaglie interne della maggioranza, solo in un secondo momento tutto il resto. E di questo, senza che nessuno di noi si senta in qualche modo assolto, siamo tutti responsabili'.

Poi la sintesi: 'Siamo certi che portando lo scontro al calor bianco sarà possibile – a prescindere da quelli che saranno i nuovi equilibri di giunta che il sindaco valuterà con i gruppi consiliari – tornare a lavorare coesi con un progetto condiviso da tutta la maggioranza? Con quale volto e con quale posizione intendiamo presentarci di nuovo domani davanti ai cittadini? C’è la necessità di una verifica, ma di una verifica vera sui problemi della città; capiamo quali sono i punti su cui vogliamo impegnarci a costruire il cambiamento promesso a quei viterbesi che hanno deciso di riporre in noi la loro fiducia, perché oggi quelle promesse le stiamo disattendendo prestando il fianco a banalità che ci distraggono dal nostro vero obiettivo: Viterbo. Se siamo tutti davvero convinti che la nostra esperienza debba proseguire troviamo una sintesi reale e condivisa su pochi punti incisivi dai quali ripartire, senza cercare di tirare fuori la luna dal pozzo, ma con l’umiltà di chi ha il dovere di agire nell’interesse dei cittadini. Decidiamo insieme dove vogliamo andare e perché, ma decidiamolo una volta per tutte scongiurando il rischio di trovarci ancora ad un altro malaugurato giro di boa. Basta osservare l’attività della Giunta e della maggioranza dal buco della serratura e declinare tutto ad una gara di poltroniadi. Scegliamo come chiave di lettura della fase l’occasione per ripensare a quale progetto abbiamo per la città, ripartendo magari proprio dai primi punti inesauditi del nostro programma: dallo studio per il recupero delle fontane, dal lavoro intrapreso sul centro storico, dalle frazioni ancora non innestate nel tessuto della città; da tutto ciò che è alla nostra portata e che può rendere migliore la quotidianità di ogni cittadino. Se così non dovesse essere, se il nostro sguardo dovesse rimanere ancora distratto, probabilmente avremmo perso l’ultima – preziosissima - occasione''.

Riflessioni pienamente condivise dalla colega di partito e consigliera comunale anch'ella Augusta Boco: ''Hai pienamente ragione: 'stiamo vivendo un periodo della politica viterbese che non ha senso, stiamo vivendo la negazione totale della politica, stiamo vivendo una politica surreale e paranoica, dove compagni di partito sistematicamente ti denigrano per una mera guerra di posizionamento e di correnti' ed anche per protagonismo invidia e cattiveria. Torniamo all’ordine naturale della politica, all’arte del buongoverno della città e del territorio. Come ha detto giustamente il nostro capogruppo Serra, qualche consiglio fa 'immaginavo un consiglio comunale impegnato sui fatti, immaginavo una giunta attiva e propositiva, immaginavo un’amministrazione efficiente ed efficace, attenta alla città al territorio e alle frazioni. Ma se tutto questo non è avvenuto è dipeso solamente da posizioni e arroccamenti impossibili'. Il momento storico che vivono la città e l’Italia non è dei migliori: la crisi economica e la disoccupazione, sembrano non aver fine''.

''Due anni fa - continua l'esponente Pd - siamo partiti al massimo, con tanto entusiasmo e voglia di fare: volevamo fare bene, forse un po’ di presunzione e di protagonismo ci hanno punito. Le risse ci hanno portato a non fare, puntare i piedi in Consiglio non è servito a nulla, ci stiamo facendo male da soli. Ritorniamo al dialogo e al confronto costruttivo, ritorniamo alla ponderatezza di ciò che vogliamo, facciamo squadra e ripartiamo con lo slancio vitale di un tempo. Pensiamo alla città, ai cittadini basta poco perché la nostra città, le nostre frazioni e il nostro territorio sono già belli così: dobbiamo solamente curare, conservare, modernizzare quanto basta. Non riusciremo nei grandi progetti e nei grandi lavori per le poche risorse a disposizione, ma possiamo prenderci cura di ciò che abbiamo. Saremo allora l’amministrazione dell’attenzione. Collaboriamo e aiutiamo il sindaco affinché possa serenamente e giustamente risolvere ogni cosa''.





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