ANNO 14 n° 119
''Mia zia Nadia amava la vita ma non ha potuto viverla a lungo''
Nel giorno dei funerali dell'imprenditrice uccisa (alle 10,30 alla Trinità),
la nipote Giulia Benedetti torna a parlare della tragica vicenda
08/07/2016 - 02:01

VITERBO - E' il giorno dell'ultimo saluto di Viterbo a Nadia Benedetti. Questa mattina presso la chiesa della Trinità alle 10,30 verranno celebrati i funerali, in forma privata, della 52enne imprenditrice viterbese morta una settimana fa in Bangladesh, vittima del feroce attentato terroristico di Dacca rivendicato dall'Isis. La cerimonia, che la famiglia ha voluto strettamente riservata solo a parenti e ad amici stretti della donna, sarà officiata dal vescovo, monsignor Lino Fumagalli, mente il Comune di Viterbo ha proclamato per la giornata di oggi il lutto cittadino. Non saranno solo le bandiere a mezz'asta a esprimere il lutto di Viterbo, ma anche le saracinesche dei negozi del centro abbassate durante le esequie, come comunicato dall'associazione dei commercianti Facciamo Centro.

Nel giorno del funerale, è la nipote di Nadia, Giulia Benedetti - la stessa che aveva confermato la notizie della morte della zia con un toccante post su Facebook sette giorni fa - a tornare a parlare, in un'intervista al quotidiano La Repubblica, dell'imprenditrice e di quanto accaduto a Dacca. Lo fa svelando dettagli sul momento, tragico, del riconoscimento della salma da parte di suo zio Paolo, fratello di Nadia, e del padre Gianluca.

''Mio papà avrebbe voluto entrare in camera mortuaria - dichiara la ragazza a Repubblica -, non gliel'hanno permesso. Avrebbe voluto salutare Nadia, vederla per l'ultima volta, ma niente. Solo zio Paolo è potuto entrare. Nadia era stata ricucita dai piedi alle spalle, così avevano spiegato i medici. Il corpo no, non l'hanno fatto vedere. Era scoperto solo il viso''.

Dolore e sgomento nelle parole della giovane di 22 anni quando il cronista le chiede dello strazio dei corpi delle vittime ad opera dei tagliagole dell'Isis. ''L'ho scritto su Facebook appena sono arrivate le notizie della strage - ricorda Giulia Benedetti - che delle bestie ci avevano portato via una persona bellissima. Cosa posso aggiungere di più adesso?'. Nulla. Di fronte ad una simile tragedia ogni altra parola è superflua.

Resta, però, il ricordo di una donna, Nadia Benedetti, molto amata e benvoluta da tutti. ''Voglio ricordare mia zia come la persona con cui sceglievo i colori e i disegni delle stoffe - conclude -. Con lei andavo a cantare al karaoke dell'agriturismo di zio Paolo. Non credo che Nadia fosse stufa del Bangladesh, forse era solo troppo coraggiosa. Amava viaggiare ed essere indipendente, aveva trovato la sua vita, non l'ha potuta vivere a lungo''.

E oggi la gente di Viterbo si stringerà attorno alla famiglia di Nadia e accompagnerà l'imprenditrice uccisa nel suo ultimo viaggio. Il più lungo.





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