ANNO 14 n° 119
''La fede lenirà il dolore
di una morte tragica come quella di Gesù''
Così il vescovo al funerale di Nadia Benedetti
08/07/2016 - 11:15

VITERBO - Solo i rintocchi delle campane della chiesa della Trinità rompono il silenzio che accoglie l'arrivo del feretro di Nadia Benedetti. Sono le 10,20 ed è il momento del raccoglimento e della preghiera. In centro, intato, i negozianti abbassano le serrande dei negozi in segno di lutto. 

La chiesa si riempie lentamente, sono presenti alcuni esponenti delle istituzioni - il sindaco, il prefetto, il questore, il presidente del consiglio comunale e alcuni consiglieri dell'assemblea di Palazzo dei Priori - ma rigorosamente in forma privata, come aveva ripetutamente chiesto la famiglia. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato una corona di fiori in rappresentanza della vicinanza dello Stato alla famiglia Benedetti.

Celebra la funzione il vescovo di Viterbo, monsignor Lino Fumagalli, che invoca subito la fede ''per lenire il dolore di una morte tragica, assurda e violenta che ricorda quella di Gesù: irrazionale, dolorosa. Si uccide in nome di una religione e di un nuovo ordine mondiale che non si capisce dove voglia portare''. 

Come lettura viene scelto il brano del Vangelo di Giovanni sulla resurrezione di Lazzaro. ''Per chi crede - continua il vescovo - la vita non viene tolta ma trasformata . Nadia aveva portato lavoro per centinaia di persone in un paese poverissimo. Siamo certi che il Signore la accoglierà e siamo certi che questo sarà sollievo per la sua famiglia provata''.

Ma arriva anche il momento della domanda che tutti ci poniamo in questi giorni: perché e soprattutto che cosa si può fare per combattere e per impedire le stragi e i massacri che colpiscono ogni angolo del pianeta?. Monsignor Fumagalli ha una risposta chiara: 'Non si risponde con la violenza ma con la forza della fede - dice il vescovo -. Se ognuno di noi si fa goccia e scava la durezza della pietra dell'orrore, ce la faremo e anche il sacrificio di Nadua, degli altri italiani morti a Dacca, delle migliaia di vittime degli attentati, non sarà stato vano''. 

La cerimonia si è conclusa in un silenzio composto, rotto solo dal pianto di chi vive in prima persona il dolore per la perdita di Nadia. 





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