ANNO 14 n° 119
''Alla vostra religione del terrore rispondo col Vangelo del perdono''
Don Luca Monti, fratello di Simona, affida a Facebook il suo sfogo
05/07/2016 - 02:01

VITERBO - Affida il suo dolore a Dio e a Facebook. Don Luca Monti, fratello di Simona, una delle vittime della strage terroristica di Dacca, sui social risponde col perdono all’orrore dei tagliagole che le hanno portato via la sorella Simona, 33 anni, dipendente della ditta tessile di Nadia Benedetti e in attesa di un bambino. E' lei la vittima dell’assalto al ristorante Holey artisan Bakery che ha destato maggiore compassione: i macellai jihadisti non hanno avuto pietà neanche del suo stato, del suo bambino, e hanno infierito su di lei nonostante fosse incinta. Il piccolo che portava in grembo e che si sarebbe chiamato Michelangelo, infatti, va considerata la decima vittima italiana dei macellai dell’Isis nella strage di Dacca.

Il prete, parroco di una parrocchia in provincia di Avellino, ha affidato al popolare social network il suo sfogo: ''Più che piangere mia sorella che non c'è più – scrive don Luca - piango questo mondo bagnato di sangue e ubriaco di violenza. Alla vostra religione del terrore rispondo con il Vangelo del perdono, sperando che questo martirio familiare e il sangue di Simona contribuisca a creare un mondo più giusto e fraterno. L'amore di Dio regna e con esso la fede nella resurrezione. Grazie a tutti. Don Luca Monti''. Un esempio di perdono, ma anche una lucida analisi sulla follia rappresentata dall’estremismo islamico.

Simona Monti lavorava da qualche tempo per l'azienda della Benedetti, di cui era diventa fida collaboratrice a Dacca, ma all'inizio di questa settimana sarebbe dovuta tornare a casa, a Magliano Sabina, dalla sua famiglia per godersi gli ultimi mesi di gravidanza prima della nascita del suo piccolo. La ragazza aveva frequentato le scuole superiori a Civita Castellana, dove ancora oggi aveva molti amici.

Anche Simona, così come Nadia Benedetti, Adele Puglisi e gli altri italiani uccisi a Dacca dalla follia estremista solo perché non sapevano recitare il Corano, tornerà nel nostro Paese tra stasera e domani, in una bara su un volo di Stato. accanto ad altre otto bare, gli altri connazionali ammazzati senza pietà perché non sapevano recitare il Corano. Prima di essere riconsegnati alle famiglie per la degna sepoltura, tuttavia, i corpi dovranno essere sottoposti all'esame autoptico all'Istituto di medicina legale. Una prassi, una formalità, visto che l'autopsia non aggiungerà altri elementi a quelli già trasmessi dalle autorità bengalesi.

A Magliano Sabina, infine, i concittadini della ragazza stanno organizzando una fiaccolata in ricordo di lei e della creatura che non ha visto la luce a causa della follia jihadista. 





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