ANNO 14 n° 118
''I dubbi sul percorso? Fuori tempo''
Federlazio e Filca Cisl convinti della necessità di realizzare l'opera in tempi brevi
22/02/2016 - 02:01

di Eleonora Celestini

VITERBO – Blu, verde o viola, se proprio si va a guardare l'aspetto cromatico, il colore tende sempre allo scuro. Ma siccome la Tuscia ha bisogno di un futuro che miri al rosa, quando si parla di Trasversale bisogna fare molta attenzione ai colori. E alle sfumature.

La questione è tutta qui: per il completamento del collegamento Orte-Civitavecchia, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha assicurato che il Governo si muoverà concretamente a partire però dal 2018, dato che la Trasversale è considerata una priorità ma che per i prossimi due anni di fondi per l'ultimo tratto non ce ne saranno. Per non sprecare tempo, intanto, qui nella Tuscia si litiga e si discute sul tracciato, con l'Anas che da una parte propone il cosiddetto tracciato verde, che dovrebbe attraversare la Valle del Mignone, e con dall’altra parte della barricata il sindaco di Tarquinia e presidente della Provincia di Viterbo, Mauro Mazzola, che lamenta un impatto territoriale troppo invasivo e propone invece un percorso alternativo, il cosiddetto tracciato viola, approvato dal Cipe ormai un bel po' di anni fa e considerato oggi purtroppo eccessivamente oneroso. In mezzo ce n'è un terzo, il blu, che potrebbe fondersi col verde per trovare una giusta sintesi meno impattante.

Il braccio di ferro va avanti da qualche mese, e nessuno dei due contendenti sembra voler cedere, fermo restando che la scelta del tracciato resta però di competenza dell'Anas e del ministero delle Infrastrutture. Mazzola, tuttavia, fa appello al rispetto del territorio tarquiniese e ai ritardi nella realizzazione dell’opera che deriverebbero dalla nuova trafila burocratica attraverso cui il progetto verde dovrebbe per forza passare. In mezzo c’è una provincia, la Tuscia, che ha una vitale necessità di veder completata la Trasversale per l’uscire dall’isolamento medievale che la contraddistingue e per dare una nuova spinta all’economia del territorio, da tempo depressa. E’ notizia di ieri, diffusa proprio dallo stesso Mazzola, quella del blocco dell’iter burocratico sul percorso verde in merito alla Valutazione di impatto ambientale (Via). Il che sembrerebbe un punto a favore del battagliero sindaco di Tarquinia, ma che di fatto è una vittoria di Pirro perché a furia di stop e rimandi il rischio che si corre è che l’ultimo tratto della Trasversale, quello da Monte Romano a Civitavecchia, alla fine non riesca a vedere la luce. E questo la Tuscia non può permetterselo.

''Il presidente Mazzola ha certamente le sue ragioni, fa un discorso nell’interesse del suo territorio – interviene il direttore di Federlazio Viterbo, Giuseppe Crea -. E’ giusto che si opti per la soluzione migliore, purché però non si vada troppo per le lunghe, dato che la provincia viterbese aspetta questa infrastruttura da decenni. La preoccupazione del primo cittadino sull’impatto ambientale è legittima, bisognerebbe capire il perché di questo irrigidimento da parte dell’Anas, che è fermo sul percorso verde sebbene l’altro abbia già ottenuto anni fa l’ok del Cipe. Sarebbe interessante confrontare i costi per valutare quale percorso risulta più economico. Sul dibattito relativo alla Orte-Civitavecchia devo dire che ho notato l’assenza di una posizione ufficiale della Regione Lazio, che secondo me dovrebbe intervenire per dire la sua. Ricominciare da capo l’iter burocratico per l’ok al tracciato rischia comunque di allungare ulteriormente i tempi di realizzazione''. Con lo stop della Via, in effetti, il timore di Crea appare fondato. ''L’economia mostra un minimo risveglio – aggiunge - e la preoccupazione di Federlazio è che questo piccolissimo segnale di ripresa possa essere vanificato se non si realizzerà presto il completamento della Trasversale, unica opera in grado di dare sviluppo al nostro territorio. Tra immobilismo burocratico e un Comune (quello di Viterbo, ndr) fermo, qui rischiamo di darci la zappa sui piedi da soli. Capiamo le esigenze di tutti, ma non ci incartiamo ancora una volta''.

Sulla necessità di realizzare la Trasversale, e di realizzarla in fretta, concorda anche Fabio Turco, segretario generale della Filca Cisl di Viterbo e Rieti. ''In questa infrastruttura ci abbiamo creduto, abbiamo lavorato affinché si facesse, abbiamo persino manifestato e la sua storia la conosciamo bene – afferma il sindacalista -. Io rispetto i ruoli e le idee del sindaco e delle associazioni di Tarquinia, hanno le loro ragioni e li capisco. Ma qui parliamo di un collegamento viario partito negli anni ’70: siamo nel 2016 e ancora si discute su dove dovrebbe passare! Ora che il Governo ha dichiarato l’opera strategica, ecco che escono fuori le lamentele: ma se l’opera è strategica, va fatta. Basta, non ci sono altre considerazioni da fare. Anche perché se le istanze localistiche sono solo un modo per allungare ancora i tempi di realizzazione dell’opera, allora questa è una politica folle, pazza da legare''. Turco ripercorre la storia recente dei lavori. ''Perché questi dubbi non sono emersi nel 2011, quando si sono realizzati quei 6/7 km fino al Cinelli – si domanda -? E’ folle stare ancora oggi a parlare di tracciato. Le esigenze territoriali sono legittime, ma perché escono fuori solo ora che il Governo ha messo la Trasversale tra le priorità? A giorni partiranno i lavori per il tratto che va da Cinelli a Monte Romano, ci vorrà circo un anno e mezzo per finirlo. Si arriva al 2018, quando sarebbe naturale che si procedesse al completamento dell’ultimo tratto. Se i tempi si allungano ancora, siamo in un paese di matti, il paese del no, perché diciamo che è strategica ma poi non la si vuole fare davvero. Se serve, e sul fatto che serva non ci sono dubbi, va fatta e basta''. Turco lancia poi un messaggio alla politica. ''Si liberi da vecchi schemi, che hanno stufato, e dimostri che ha compreso l’esigenza di cambiamento che la gente ha – conclude -. La politica ci metta la faccia. Se il vecchio tracciato ha costi insostenibili, si proceda con l’altro: ragioniamone insieme, ma per le discussioni sul percorso siamo fuori tempo massimo ormai''.

Ora il blocco della Via sul percorso verde, quello proposto dall'Anas, rischia di rimettere in discussione il progetto per il completamento della Trasversale. Con un conseguente allungamento dei tempi burocratici. Proprio quello che le imprese, i lavoratori e i cittadini della Tuscia speravano non accadesse.





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