ANNO 14 n° 119
Ferranti e Fioroni insieme nel Lazio 2, Sposetti al Senato, Mazzoli alla Camera
08/01/2013 - 04:00

VITERBO - Donatella Ferranti, ex pubblico ministero, ex segretario generale del Csm e presidente del gruppo Pd alla commissione giustizia di Montecitorio, sarà la capolista nel collegio Lazio 2. Al numero 2, con tutta probabilità ci sarà Giuseppe Fioroni. L’ex presidente della Provincia e ex segretario regionale del Pd Alessandro Mazzoli, vincitore delle Primarie per la scelta dei candidati alle politiche, sarà candidato alla Camera. Occuperà uno dei primi posti in lista, probabilmente tra il 4° e il 7°, che gli garantiranno l’elezione.

Al Senato, nei primi 9 posti, quelli che garantiscono l’accesso a Palazzo Madama anche in caso di sconfitta del Pd nel Lazio, sarà invece inserito il tesoriere nazionale del Ds Ugo Sposetti, il “custode” del patrimonio dell’Ex Pci-Pds-Ds. Saranno quindi 4 i viterbesi cui il Pd garantirà uno scranno in Parlamento. Tre, Ferranti, Fioroni e Mazzoli alla Camera; Sposetti al Senato. Le liste dei democratici saranno definite, o quasi, domani, nel corso di una riunione che, è prevedibile, si protrarrà per gran parte della nottata.  Ma la formazione viterbese, almeno nei posti che contano, dovrebbe essere questa.

Su Mazzoli, però, pende ancora qualche incertezza su quale ramo del Parlamento candidarlo. La direzione nazionale ha avuto qualche abboccamento con la segreteria provinciale del Pd per chiedere se avesse “gradito” il Senato.  Per convincerlo a dare l’assenso al “trasferimento”, gli sarebbe stata prospettata la possibilità di diventare il più giovane senatore del Pd e forse d’Italia (Mazzoli ha infatti compiuto 40 anni da poco). Ma risposta, a quanto si è appreso, sarebbe stata negativa. Va precisato che le primarie vinte da Mazzoli danno diritto ad essere candidato indistintamente a Monticitorio o a Palazzo Madama. E’ anche vero che il diretto interessato può esprimere la sua preferenza, ma l’ultima parola spetta al partito.

Sul fronte Regione Lazio, la situazione è più definita. Le candidature scaturite dalle Primarie, cioè quella di Enrico Panunzi e Daniela Boldrini sono state ratificate e, quindi, ufficializzate. Ma il candidato presidente Nicola Zingaretti ha l’obbligo di inserire nel suo listino un rappresentante per ogni provincia, quindi anche un viterbese. Sotto questo aspetto, la situazione è ancora nebulosa. Anche perché Zingaretti ha posto un paletto insormontabile: nessuno dei 10 componenti del listino, sicuramente eletti in caso di vittoria, non devono essere politici, ma rappresentanti della cosiddetta società civile, del mondo della cultura, delle professioni, dell’associazionismo.

I rumors vorrebbero che più di un partito della coalizione di centrosinistra  abbia indicato nomi  di persone sì indipendenti, ma di area. Lo avrebbero già fatto Sinistra Ecologia e Libertà e  Diritti e Libertà, il movimento nato dalla scissione dell’Idv. I nomi, allo stato, li conoscerebbero solo coloro che li hanno proposti e Zingaretti. Ma il candidato governatore resta abbottonatissimo. Del resto ha tempo fino al 23 gennaio per definire il listino. 





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