ANNO 14 n° 120
Dottarelli: ''Bisogna far sentire la propria voce''
Lettera aperta al segretario provinciale Andrea Egidi
04/01/2013 - 14:48

Riceviamo e pubblichiamo:

Caro Andrea,

ho letto l’intervento con cui inviti a superare una fase, quella delle primarie, che – anche per i tempi stretti, le modalità in cui si sono svolte e lo spirito con cui sono state interpretate – continuo a ritenere non abbia consentito di dispiegare veramente e fino in fondo le potenzialità di uno strumento del quale credo che ormai il partito democratico non potrà più fare a meno.

Un metodo di selezione delle candidature e di costruzione del consenso attorno a proposte politiche e programmatiche che in futuro dovremo tutti sforzarci di rendere più trasparente, più vero e – alla lunga – più efficace per attrarre il bisogno di partecipazione e di cittadinanza attiva che ho avvertito tra la gente, soprattutto quella che mette la condivisione degli ideali e dei valori del centrosinistra e del partito democratico prima dell’appartenenza a una sua qualche corrente organizzata.

La politica è fatta anche di sentimenti e di passioni e l’amarezza di queste settimane non si cancella di colpo: richiede di essere elaborata e trasformata in un impegno politico che sia coerente con la storia di ognuno di noi, seppure fecondata e rinnovata anche da quest’ultima esperienza.

Durante le vacanze di Natale, ho ricevuto in regalo – con molto affetto e forse una punta di malizia – la tesi di laurea di un giovane studente su Albert Hirschman, il grande scienziato sociale scomparso di recente, che aveva analizzato con estrema lucidità le due opzioni fondamentali che si pongono a chi avverte le rigidità e le disfunzioni di una qualsiasi organizzazione (economica, sociale, politica).

La scelta è tra: exit (uscita, desistenza, abbandono) e voice (voce, protesta, atteggiamento critico che si esprime dall’interno).

Sono entrambe modalità con le quali si manifestano le esigenze di cambiamento e di innovazione.

Io, fin dall’inizio, ho scelto di caratterizzare il mio impegno nell’orizzonte della lealtà ad un progetto politico plurale come quello del partito democratico, all’interno del quale voglio continuare ad esprimere, con vigore rinnovato e piena autonomia di giudizio, la passione per una politica attenta alle specificità del territorio, al dramma dell’assenza di lavoro, alla necessità di uno sviluppo sostenibile, ai diritti di libertà delle persone.

Ci sarà tempo per approfondire il confronto su quali siano le strategie e le alleanze più giuste ed efficaci per perseguire questi obiettivi politici.

La sfida decisiva in cui tutti noi adesso dobbiamo sentirci impegnati, ognuno con la propria voce, è quella che Bersani, Zingaretti, il partito democratico e tutto il popolo del centrosinistra hanno lanciato per cambiare l’Italia, la Regione Lazio e la Tuscia.

 

Luciano Dottarelli

 





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