ANNO 14 n° 119
Su Viterbopost Mondezza, un affare sempre più sporco
23/02/2014 - 00:31

 

La mondezza puzza? Quella che da Roma e dintorni arriva a Viterbo ancora di più. E a far lievitare a dismisura l’odore è la politica. Quella con la “p” minuscola, che mette in prima fila gli interessi di bottega rispetto a quelli della comunità. Come è successo giovedì scorso in consiglio comunale, quando la maggioranza ha mostrato il suo volto peggiore, andando in ordine sparso e arrivando a votare due distinti ordini del giorno quando – mai come in quel caso – sarebbe stato opportuno presentare e approvare un documento unitario, che inglobasse anche le minoranze.
E allora torniamo a giovedì pomeriggio, quando la consigliera di Viva Viterbo Maria Rita De Alexandris, nel corso del dibattito, s’è molto accalorata in un intervento del tutto assolutorio nei confronti di Nicola Zingaretti, adducendo ogni responsabilità della trasmigrazione romana dei rifiuti alla legge approvata da Renata Polverini (il che, ovviamente, un fondo di verità ce l’ha). Ma quello che ha colpito gli osservatori esterni è stata la nettezza di giudizio e la certezza della tesi esposta dalla consigliera rappresentante di un movimento civico – Viva Viterbo, appunto – nato per essere l’alternativa pulita e spontanea alla politica dei vecchi tromboni e faccendieri. Un movimento nato dal basso, dalla base, dalla gente che – si pensava – dovesse fare solo ed esclusivamente gli interessi del territorio e della sua comunità. E invece? E invece a chi ascoltava i conti non sono tornati e – andreottianamente parlando (a pensar male si fa peccato…) – il pensiero è andato subito a Caffeina e alla recente decisione della Regione di tirar fuori un po’ di soldi per tenere in vita la kermesse d’estate.

VITERBO - La mondezza puzza? Quella che da Roma e dintorni arriva a Viterbo ancora di più. E a far lievitare a dismisura l’odore è la politica. Quella con la “p” minuscola, che mette in prima fila gli interessi di bottega rispetto a quelli della comunità. Come è successo giovedì scorso in consiglio comunale, quando la maggioranza ha mostrato il suo volto peggiore, andando in ordine sparso e arrivando a votare due distinti ordini del giorno quando – mai come in quel caso – sarebbe stato opportuno presentare e approvare un documento unitario, che inglobasse anche le minoranze.
E allora torniamo a giovedì pomeriggio, quando la consigliera di Viva Viterbo Maria Rita De Alexandris, nel corso del dibattito, s’è molto accalorata in un intervento del tutto assolutorio nei confronti di Nicola Zingaretti, adducendo ogni responsabilità della trasmigrazione romana dei rifiuti alla legge approvata da Renata Polverini (il che, ovviamente, un fondo di verità ce l’ha). Ma quello che ha colpito gli osservatori esterni è stata la nettezza di giudizio e la certezza della tesi esposta dalla consigliera rappresentante di un movimento civico – Viva Viterbo, appunto – nato per essere l’alternativa pulita e spontanea alla politica dei vecchi tromboni e faccendieri. Un movimento nato dal basso, dalla base, dalla gente che – si pensava – dovesse fare solo ed esclusivamente gli interessi del territorio e della sua comunità. E invece? E invece a chi ascoltava i conti non sono tornati e – andreottianamente parlando (a pensar male si fa peccato…) – il pensiero è andato subito a Caffeina e alla recente decisione della Regione di tirar fuori un po’ di soldi per tenere in vita la kermesse d’estate.

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