ANNO 14 n° 118
In arrivo anche i rifiuti di Civitavecchia?
Il comune costiero non può più smaltire l'immondizia nella propria discarica
ed è alla disperata ricerca di un sito alternativo: Monterazzano nel mirino
08/02/2014 - 02:01

VITERBO – Un'altra lunga fila di camion carichi di rifiuti, provenienti da Civitavecchia, potrebbe ''bussare'' nei prossimi giorni ai cancelli della discarica di Monterazzano, alle porte di Viterbo. Il comune costiero, infatti, da ieri si trova a dover prevenire una vera e propria emergenza. Ad innescarla è stata la diffida inviata l'altro ieri dalla Regione a tutti i comuni del Lazio, con la quale si impone il divieto assoluto di conferire in discarica i rifiuti indifferenziati.

Il comune di Civitavecchia, che dispone di una propria discarica di grandi dimensioni, smaltisce in una grossa mole di rifiuti indifferenziati. E da oggi non potrà più farlo. Quindi, entro pochi giorni, potrebbe ritrovarsi con le strade invase dall'immondizia. Per questo motivo, non appena ricevuta la diffida, il commissario prefettizio s'è messo alla spasmodica ricerca di una soluzione a quella che si prospetta come una vera e propria emergenza rifiuti.

E Viterbo è entrata subito nel mirino. Proprio la discarica di Monterazzano e l'impianto di trattamento di Casale Bussi, infatti, permetterebbero alla città di quasi 52mila abitanti dinon cadere in una situazione drammatica.

La diffida inviata dalla Regione è la diretta conseguenza di una circolare emanata il 6 agosto 2013 dal ministro dell'Ambiente Andrea Orlando che non lascia adito a dubbi: ''I rifiuti prima di essere conferiti in discarica debbono essere sottoposti a trattamento effettuato mediante tecnologie più o meno complesse, come ad esempio la bioessiccazione e la digestione anaerobica previa selezione, il trattamento meccanico biologico e l'incenerimento con recupero di calore o energia''. Processi, quelli indicati nella circolare Orlando, che Civitavecchia, come moltissimi altri comuni del Lazio, non sono in grado di applicare.

E non può nemmeno tentare di mettere una toppa sulla situazione spingendo l'acceleratore sulla raccolta differenziata. La medesima circolare, infatti, precisa: ''La sola raccolta differenziata spinta non è di per sé idonea a escludere la necessità di sottoporre a preventivo trattamento i rifiuti differenziati residui''. Insomma, Civitavecchia si troverebbe comunque con una parte di rifiuti sul groppone.

Ora il commissario prefettizio ha solo due strade da percorrere: ottenere una proroga della stessa Regione e continuare a conferire i rifiuti nella discarica, oppure spedirli nell'impianto di trattamento meccanico biologico più vicino. La costruzione di un proprio impianto, infatti, risolverebbe sì definitivamente il problema, ma richiederebbe tempi lunghi. Allo stato dell'arte, quindi, la Regione o il probabile commissario ai rifiuti che dovrebbe essere nominato nei prossimi giorni, potrebbe autorizzare il comune di Civitavecchia a conferire i propri rifiuti all'impianto di Casale Bussi per il trattamento. E poi? Poi potrebbe ricaricare i rifiuti trattati sui camion, riportarli indietro e smaltirli nella propria discarica. A prezzi salatissimi. Sarebbe molto più conveniente per l'amministrazione, e più redditizio per i privati, che vengano invece smaltiti direttamente nella vicina discarica di Monterazzano.

Civitavecchia a parte, sembra scontato che Viterbo si debba far carico di un'altra parte dei rifiuti provenienti dalla provincia di Roma (oltre a quelli che utilizzavano al discarica di Cupinoro, vicino a Bracciano, recentemente chiusa): i comuni che si trovano nell'identica situazione sono infatti tanti, come ad esempio Tolfa.

Resta inoltre da svelare un dolorosissimo mistero: come mai la Regione Lazio, pur avendo ricevuto la circolare Orlando il 6 agosto scorso, non abbia messo quantomeno in preallarme i tanti comuni che oggi si ritrovano con i rifiuti, alla gola. E perché non abbia adottato alcun provvedimento per evitare il profilarsi dell'ennesima emergenza rifiuti.





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